Come lo sport (judo) educa e forma…
di sideris
Durante il periodo 2018/2019 il nostro gruppo di minori ed adulti diversamente abili ha partecipato ad un corso atto alla conoscenza e alla messa in pratica delle tecniche sportive dello Judo, presso la palestra della scuola Montello di Bari. Le lezioni, guidate dal maestro Dino Bartoli e da alcuni suoi collaboratori, si svolgevano in due incontri settimanali di circa un’ora ciascuno.
Sin da subito tutti si sono dimostrati incuriositi e impazienti di approfondire questa nuova disciplina a loro “sconosciuta”. Grazie alla passione educativa del maestro Dino gli utenti hanno presto compreso che il Judo, seppur uno sport di combattimento corpo a corpo, non è finalizzato all’attaccare o a colpire l’avversario bensì sottende ad una facoltà di adattamento intesa come la capacità di rimuovere ogni ostacolo che si incontra sul proprio cammino; in special modo nei genitori degli adulti diversamente abili si sono combattuti lo scetticismo e la paura che tale attività potesse essere portatrice di infortuni poiché abituati a far vivere i loro cari in un ambiente altamente protetto. Il maestro Bartoli ha rassicurato che lo judo è sport accessibile a tutti tenendo sempre presenti le possibilità di ciascun individuo ed attuando un programma personalizzato.
Lezione dopo lezione, sul tatami, gli utenti hanno tratto beneficio innanzitutto dal punto di vista motorio: innanzitutto c’è stato un grande allenamento di tutti i muscoli senza eccezioni tanto da permettere ad ognuno uno sviluppo armonioso e simmetrico nella formazione muscolare e ossea ma soprattutto ha permesso un netto miglioramento nella coordinazione dei movimenti e delle capacità motorie quali ad esempio la capacità di reazione e prontezza nei gesti, maggiore equilibrio e strutturazione spazio-temporale. Inoltre hanno imparato a conoscere il proprio apparato respiratorio autoregolandone il ritmo della respirazione.
Questo sport ha permesso di trarre enormi risultati anche dal punto di vista psico-pedagogico se si pensa che molti dei partecipanti erano individui fortemente iperattivi e/o con difficoltà psicomotorie oltre che, provenienti da famiglie disfunzionali, provocando una compromissione degli agiti comportamentali. Alla luce di ciò, è possibile affermare che grazie al Judo tutti hanno iniziato ad aumentare in modo decisivo la propria autostima oltre che il proprio self-control; ha favorito l’acquisizione di regole, ha insegnato il rispetto dell’altro, che sia esso compagno, avversario o maestro. Infatti si è potuto osservare una diminuzione dell’aggressività a favore di un atteggiamento di piena assertività. A tal proposito in numerosi occasioni il maestro ha ricordato ai suoi allievi che l’intento di questo sport non è quello di danneggiare l’avversario “aggredendolo”; piuttosto nel combattimento il bambino è educato a trovare una “soluzione” possibile.
In conclusione, con il movimento è possibile conoscersi e conoscere; attraverso il corpo hanno preso coscienza di sè e di ciò che li circonda promuovendo un processo di auto-conoscenza e auto-realizzazione permanente.
Per tutte queste ragioni si può affermare che questa bellissima esperienza formativa, inserita all’interno di un progetto educativo pensato su misura per ogni singolo ha contribuito a favorirne la crescita. Lo Judo proprio per le sue peculiarità culturali si è dimostrato essere uno strumento educativo ideale adatto ad aprire nuovi orizzonti all’umanità. Alla fine di tale percorso, gli utenti si sono esibiti in varie manifestazioni pubbliche nelle piazze e negli oratori con grande stupore degli spettatori di come lo sport possa migliorare qualità della vita e stima di sé.