Ecolandia, la “Preghiera comune per la terra e dell’umanità”
di consorziocomes
Domenica 24 maggio, ore 19.00: una preghiera speciale per iniziare a prendersi cura del Creato
Sulle orme del Cantico delle creature
Suddivisa in sei capitoli, l’Enciclica – che prende il titolo dall’invocazione di San Francesco d’Assisi nel “Cantico delle creature” – raccoglie, in un’ottica di collegialità, anche diverse riflessioni delle Conferenze episcopali del mondo e si conclude con due preghiere, una interreligiosa ed una cristiana, per la salvaguardia del Creato.
Un cambio di rotta
Nei sei capitoli dell’Enciclica, il Papa evidenzia che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”. Impegno che include anche lo sradicamento della miseria, l’attenzione per gli indigenti, l’accesso equo, per tutti, alle risorse del Pianeta.
I mali del Pianeta
L’Enciclica fa quindi una diagnosi minuziosa dei gravi problemi da cui è affetto il Pianeta: inquinamento; cambiamenti climatici; scomparsa delle biodiversità; debito ecologico tra Nord e Sud del mondo, connesso a squilibri commerciali; antropocentrismo; predominio della tecnocrazia e della finanza, che porta a salvare le banche, a scapito della popolazione; proprietà privata non subordinata alla destinazione universale dei beni. Su tutto, sembra prevalere una “cultura dello scarto”, dell’usa-e-getta che porta a sfruttare bambini, ad abbandonare anziani, a ridurre gli altri in schiavitù, a praticare il commercio di diamanti insanguinati. È la stessa logica di molte mafie, scrive Francesco, la logica dello scarto dei nascituri che non corrispondono ai progetti dei genitori.
Il valore del coraggio a difesa della dignità umana
Di fronte a tutto questo, spiega l’Enciclica, occorre una “rivoluzione culturale coraggiosa” che mantenga in primo piano il valore e la tutela di ogni vita umana, perché la difesa della natura “non è compatibile con la giustificazione dell’aborto” ed “ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana”.
Lavoro e politica
Il Papa ribadisce anche la necessità di tutelare il lavoro, parte del senso della vita su questa terra, e chiede il dialogo tra politica ed economia, in nome del bene comune. A livello internazionale, il Pontefice non risparmia un giudizio severo sui vertici mondiali relativi all’ambiente che hanno deluso le aspettative per mancanza di decisione politica. In ambito nazionale, invece, Francesco esorta la politica è ad uscire dalla logica del profitto immediato e della corruzione, in nome di processi decisionali onesti e trasparenti. Ciò che occorre, in sostanza, è una nuova economia, più attenta all’etica.
Curare il Creato per salvare la bellezza di Dio
Certo, sottolinea l’Enciclica, bisogna investire nella formazione ad una ecologia integrale, per comprendere che l’ambiente è un dono di Dio, un’eredità comune da amministrare, non da distruggere. Bastano anche piccoli gesti quotidiani: fare la raccolta differenziata, non sprecare acqua e cibo, spegnere le luci inutili, coprirsi un po’ di più invece di accendere il riscaldamento. In questo modo, potremo sentire che “abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo e che vale la pena di essere buoni ed onesti”. Infine, l’Enciclica invita a guardare ai Sacramenti, in particolare all’Eucaristia, che “unisce cielo e terra e ci orienta ad essere custodi di tutto il Creato”. E allora “Laudato si’”, conclude Papa Francesco, perché “al di là del sole, alla fine, ci incontreremo faccia a faccia con la bellezza di Dio”.
Vatican News, 19.05.2020
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