Riqualificare gli spazi fisici per rigenerare le persone

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Quando si è scelto di avviare il cantiere di Domu Mia ci si era posti un obiettivo: cambiare il volto del quartiere. Non si trattava infatti solo di recuperare un vecchio rudere, ma di trasmettere un senso di cura della persona, del territorio e della comunità. Finiti gli interni siamo passati al cortile, finito il cortile ci siamo spinti oltre.

Il diritto al bello. Un diritto spesso trascurato, ritenuto non così fondamentale di fronte a tanti altri bisogni più emergenziali, ma non per questo privo di significato. Nella transizione da semplice spazio a Luogo, la bellezza è infatti quel tratto che ci porta a dare significati che vanno oltre il semplice fare, per riflettersi dentro il nostro essere. Vivere un luogo bello vuol dire infatti potersi riconoscere in una dimensione di estetica che indubbiamente ci influenza in maniera positiva.

Ed ecco allora perché Domu Mia deve prima di tutto essere un luogo bello, capace di rigenerare le persone con la sua bellezza e dalle stesse persone essere continuamento riqualificato.

Avevamo così iniziato aiutando le donne del vicinato, Marinella e Agatina, che ogni giorno curano i fiori del Portico e la pulizia della strada. E allora più siamo più cose possiamo fare, mettendo insieme idee e forze di tutti. Nasce così l’opera di abbellimento delle vie che abbracciano Domu Mia.

 

Le vele lungo via Portico, la fontanella all’incrocio, gli ombrelli colorati in via Speranza, le targhe con gli antichi nomi dei posti, i fiori lungo tutto il percorso. Così, con l’impegno di tutti, artisti e artigiani, volontari e gli stessi beneficiari dei servizi è stato possibile trasformare il quartiere. Un semplice crocevia di strade attraversate solo dai residenti si è così trasformato in un luogo di attrazione. Un via vai di persone di persone sempre nuove: chi per fare uno foto, chi per curiosare, chi per dibattere sui nomi e le storie riportati alla memoria.

Domu Mia è diventata così un punto di passaggio per tutti, con le foto di vele e ombrelli che rapidamente hanno fatto il giro dei social: più di quelle delle spiagge! E se da un lato c’era chi chiedeva su facebook “dov’è la via con gli ombrelli” a Domu Mia c’era sempre qualche volontario che orgogliosamente poteva raccontare di essere anche lui l’artefice di quell’opera. Ma soprattutto che quella non è una galleria d’arte a cielo aperto ma un luogo dove tutti, anche i più fragili, possono trovare una Casa e esprimersi come cittadini attivi di una comunità aperta e inclusiva.

 

Un intervento che si sostiene con nuove idee e azioni per continuare ad abbellire questo nuovo centro del paese con sempre nuove persone che vogliono aiutare per diventare anche loro parte di questo sforzo collettivo contribuendo anche con la memoria storica di quello che una volta era il vero cuore pulsante del paese.

Riqualificare gli spazi per rigenerare le persone e renderle protagoniste della vita della loro comunità, passando per il bello. Perché fragilità possa fare rima con bellezza, dei luoghi e delle persone.

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