Bambini alla scoperta della “giatedda” ed è festa
Un sapore che viene dalla terra quello del pomodorino di Manduria, ma che diviene raffinato con tutta la storia che racchiude in sé: una storia fatta di lavoro e abitudini oltre che di sensazioni al palato.
Con la terza sessione del progetto CAP Salento, con l’aiuto dello staff delle Riserve Naturali del Litorale Tarantino e grazie alle associazioni Apulia ASD e Profilo Greco, si riscoprono le vecchie usanze delle famiglie contadine, con la loro gestualità quasi magica nella loro spontaneità e che si traducono nella preparazione della cosiddetta “giatedda”.
Non occorrono chef stellati per la sua preparazione, ma solo cuore e capacità di saper gustare i sapori più elementari del genuino olio extravergine d’oliva, del sale, dell’origano e del pomodoro, ingredienti protagonisti della preparazione, insieme alle frise che assumono un’aura di sacralità, assorbendo l’intingolo preparato dagli alunni. Ingredienti semplici che ricordano di quanto i bambini siano così poco abituati alle merende sane e di quanto poco sappiano circa la preparazione di quel che mangiano.
Scegliere pomodorini e, come un rito, accompagnarli nell’acqua per prepararli ad essere uniti ad altri ingredienti, dopo essere stati ridotti quasi in polpa, non è immediato per tutti, soprattutto a nella giovane età, fatta di incoscienza, ma anche di quella sana curiosità che rende anche il gesto più semplice e ripetitivo, una scoperta. E all’improvviso la soddisfazione e la fame, tanta fame, da voler mangiare tanta “giatedda” per tornare a casa quasi sazi di pomodorino e delle sane abitudini della gastronomia salentina.
Ecco il CAP Salento nelle scuole: scoperta e curiosità.