Quando i Comuni diventano “luoghi comuni”: l’esperienza in Calabria dei piccoli municipi che praticano condivisione e solidarietà

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La realtà italiana, vista attraverso le storie e le esperienze delle associazioni e delle municipalità della  Rete delle Comunità Solidali sparse sul territorio nazionale, delinea un quadro ben più articolato di quello a cui  l’immaginario collettivo è oggi abituato. 

Re.Co.Sol. è  un’ associazione  nata nel 2003 su iniziativa di circa cento comuni piemontesi per promuovere progetti di cooperazione decentrata, progetti da realizzare con inizio e fine certi e che soprattutto contribuissero a sensibilizzare i cittadini sui grandi temi planetari: povertà, inquinamento, accoglienza. Oggi l’associazione si è aperta anche alle associazioni e l’intuizione di unirsi per realizzare quello che da soli sarebbe stato impossibile si è dimostrata vincente: il numero dei comuni che hanno aderito alla Rete è cresciuto sino ad avere rappresentanze in ben 17 Regioni con oltre 20 associazioni aderenti.

Fare rete, in un momento storico come l’attuale, significa superare ostacoli economici, sociali e culturali ma soprattutto confrontarsi, “contagiarsi”,  far circolare idee e progetti. Al senso diffuso di abbandono, di mancanza di speranze e prospettive, soprattutto nei giovani, si contrappongono  le numerose testimonianze controtendenza di sindaci e amministrazioni virtuose. Cinquefrondi, Gioiosa Jonica, Cittanova, Benestare, Melito di Porto Salvo, Villa San Giovanni, Taurianova sono comuni in provincia di Reggio Calabria che  praticano l’accoglienza diffusa, organizzano attività per l’inserimento dei migranti nella vita cittadina, corsi di avviamento professionale, tornei di calcio, spettacoli. Da anni questi paesi accolgono migranti e il bilancio è sempre stato positivo: in terra di ‘Ndrangheta queste comunità stanno pian piano riqualificando il tessuto sociale, creando prospettive anche e soprattutto per i giovani del posto.

A Gioiosa Jonica, la festa di fine Ramadan, Eid al-Fitrè  è diventata un appuntamento atteso e condiviso da tutta la cittadinanza, il sindaco – Luca Ritorto- eletto nel 2023- ha raccolto il testimone del suo predecessore, Salvatore Fuda che ha fortemente voluto l’accoglienza dei migranti nel suo comune.  Partendo dal presupposto che  accogliere è importante ma non sufficiente, il progetto Campagne Aperte intende azionare meccanismi di inclusione e contaminazione culturale, così da scongiurare la disseminazione di ideologie xenofobe e debellare il risentimento nei confronti dei migranti. Così a Gioiosa Ionica il sindaco si è impegnato a realizzare la residenza fittizia per garantire ai migranti presenti sul territorio di poter accedere ai servizi base. Stessa cosa farà il comune di Cittanova, a Cinquefrondi dove la residenza fittizia è realtà già da diversi anni, si è discusso su come restituire alla comunità di braccianti stranieri i terreni confiscati alla  ‘Ndrangheta. A Taurianova il sindaco ha ribadito l’impegno ad aprire il villaggio costruito per i migranti della zona e di garantire l’erogazione di acqua e corrente elettrica. A Villa San Giovanni dove da anni una rete di associazioni, in collaborazione con l’amministrazione comunale, svolge azioni di tutela dei diritti dei lavoratori stranieri si è parlato fondamentalmente di vulnerabilità  e di come realizzare una rete di supporto alle donne straniere. A Benestare e Melito di Porto Salvo, due comuni molto sensibili al tema dell’inclusione sociale si è parlato soprattutto di prevenzione ai pregiudizi e alle discriminazioni. In particolare a Melito di Porto Salvo, l’iniziativa avviata già in precedenza nelle scuole dal Cric ha riscosso un gran successo e certamente verrà replicata.

Lo scambio di informazioni, la collaborazione tra comuni sono le chiavi per affrontare la società del futuro, dove i comuni diventano veri  “luoghi comuni”. “Agisci localmente e pensa globalmente”, si diceva negli anni ‘80 ed ora è evidente più che mai che se un cambiamento di rotta ci sarà, sarà inevitabilmente dovuto all’azione delle municipalità, delle piccole comunità che per prime stanno dimostrando che i valori della solidarietà, della condivisione sono patrimonio comune e appartengono non solo alla nostra storia ma soprattutto al nostro futuro, perché “Piccolo è bello”.

 

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