L’esperienza dei tirocini formativi

Tra le azioni del progetto B.U.S. quella dei tirocini formativi sta coinvolgendo 6 giovani di diversa nazionalità

(senegalese, ghanese, ivoriana, Guinea Bissau, nigerina) e di età compresa tra i 20 e i 35 anni. I tirocini sono

iniziati nel mese di marzo 2016 e si concluderanno nel mese di dicembre 2016. Hanno coinvolto 5 diverse

aziende del territorio lametino (autocarrozzeria, panificio, tipografia, azienda agricola, supermercato) e 1

del territorio di Falerna (azienda di concimi per animali).

Lo scopo dei tirocini formativi e di orientamento – rivolti nel nostro caso a favore di soggetti svantaggiati

che nel nostro paese sono giunti con permesso di soggiorno per motivi umanitari – è quello di agevolare

l’inserimento o il reinserimento nel mercato di lavoro attraverso un’esperienza professionale di

acquisizione di competenze specifiche all’interno di un’azienda o ente pubblico. I 6 tirocinanti sono stati

scelti tra quanti – venuti in contatto con i nostri operatori all’inizio del progetto – sono stati riconosciuti a

rischio di sfruttamento lavorativo. Alcuni di loro infatti hanno già avuto esperienza di sfruttamento

lavorativo in passato, quando soggiornavano in altre aree del nostro paese e per lo più sono stati impiegati

nel settore agricolo in condizioni di lavoro nero.

Una serie di colloqui per delineare il bilancio di competenze dei tirocinanti ha permesso di capire quali

fossero le loro attitudini e preferenze lavorative e verso quali settori professionale indirizzare la ricerca

delle aziende. Tale ricerca si è svolta nei mesi di gennaio e febbraio ed è stata caratterizzata da una serie di

incontri con i legali rappresentanti di diverse aziende del territorio.

Una delle principali difficoltà nel reperire adesioni al progetto è stata l’endemica mancanza di lavoro

dovuta ad una crisi economica ancora in corso nel nostro paese e maggiormente evidente nel nostro

territorio. I legali rappresentanti delle aziende hanno chiaramente evidenziato che la scarsa mole di attività

all’interno della loro azienda o esercizio commerciale non avrebbe permesso un adeguato percorso di

formazione del tirocinante. In alcuni casi il sentore avuto è che talune di queste aziende avessero rifiutato

solo per paura di eventuali ulteriori controlli da parte degli organi preposti (finanza, ispettorato del lavoro

ecc.), probabilmente perché esse stesse non sono già del tutto in regola su alcuni aspetti della gestione

aziendale. Da rilevare che sono in minima parte si sono avuti rifiuti motivati da diffidenze razziste, e se

presenti sono state camuffate con altre opposizioni.

Ad oggi, dopo quasi 3 mesi dall’inizio dei tirocini, l’esperienza dei 6 beneficiari prosegue con buoni risultati.

I ragazzi si sono ben integrati nell’azienda instaurando buoni rapporti con i tutor aziendali e avendo un

costante monitoraggio da parte del tutor del soggetto promotore. Compito di quest’ultimo è infatti quello

di monitorare l’andamento del tirocinio attraverso periodiche visite in azienda e colloqui individuali o in

azienda, oltre a dover preparare tutta la documentazione relativa alla registrazione delle ore di tirocinio per

il calcolo della retribuzione mensile.

Per agevolare la ricezione del compenso da parte dei ragazzi che hanno manifestato subito delle difficoltà

nel recarsi in banca per cambiare gli assegni circolari, il tutor ha anche provveduto a far loro acquistare

delle carte prepagate postali ricaricabili per l'accreditamento dei compensi futuri.

Regioni

Argomenti