Nella Riserva del Tirone dopo gli incendi
Lunedì 24 luglio il gruppo di coordinamento del progetto BIO.FOR.POLIS ha effettuato un primo sopralluogo nella Riserva del Tirone all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, dopo la devastazione degli incendi della prima metà di luglio.
Il paesaggio, soprattutto nelle aree dominate dai rimboschimenti a conifere, era spettrale. A rincuorarci un po’ alcuni lembi di lecceta che si sono salvati dalle fiamme o nei quali a bruciare è stata soprattutto la lettiera e la parte bassa degli alberi. Speriamo che questi lembi residui diano rifugio alla fauna e siano il punto di partenza per la ripresa della vegetazione.
Fin dover era possibile e sicuro abbiamo controllato le attrezzature e i materiali disposti nell’ambito di BIO.FOR.POLIS per il monitoraggio della fauna e il miglioramento degli habitat. La ricognizione non è stata esaustiva, altro ancora andrà controllato. Ad esempio mancano le cassette-nido per il moscardino e le fotovideotrappole raggiungibili dalla strada per il Gran Cono che era ancora interdetta al pubblico, o il materiale collocato in altri siti lontani da sentieri e stradelli che non era prudente controllare. Molti alberi completamente consumati o che ancora bruciavano da dentro potevano essere pericolanti, inoltre noi stessi abbiamo potuto osservare ancora fumo salire dalla lettiera in alcuni punti. Ci torneremo non appena sarà più sicuro.
Di 5 fotovideotrappole controllate solo una era ancora funzionante. Le altre sono state fuse o completamente distrutte dal fuoco e dal calore.
Ciononostante siamo riusciti a recuperare tre delle memory card delle videofototrappole distrutte e due erano leggibili. Le povere fototrappole hanno fatto il loro dovere fino all’ultimo continuando a registrare l’avanzamento delle fiamme e del fronte fuoco anche quando ormai la teca esterna in plastica iniziava a fondere. Pochi secondi prima della cessazione del funzionamento le fototrappole registravano ancora il sonoro mentre le immagini del fuoco erano ormai sostituite da pixel monocolore.
Molte delle cassette-nido per il moscardino sono semplicemente scomparse, incenerite insieme all’albero su cui erano fissate, ma altre si sono salvate. I nidi artificiali per gli uccelli, posizionati ad una altezza di oltre 4 metri, sono tutti salvi!
Per la fine dell’estate avremo il quadro completo della situazione e pianificheremo il prosieguo delle attività nella Riserva. BIO.FOR.POLIS continuerà comunque a monitorare il bosco e gli habitat naturali della Riserva per documentarne il recupero e verificare, almeno nei lembi di bosco residui, il ritorno della fauna.