“Biologia della gentilezza. Le sei scelte quotidiane per salute, benessere e longevità.”

di

Immaculata De Vivo, Daniel Lumera, Biologia della gentilezza. Le sei scelte quotidiane per salute, benessere e longevità, Mondadori, Milano 2020.

Nel suo A libro Aperto. Una vita è i suoi libri Massimo Recalcati argomenta come la lettura sia un’esperienza irrinunciabile perché in grado di dare “nuova” forma alla vita del lettore grazie appunto all’incontro tra chi scrive e chi legge. Ed è quello che accade quando ci si immerge in Biologia della gentilezza. Le sei scelte quotidiane per salute, benessere e longevità di Immaculata De Vivo, docente di Medicina ed Epidemiologia ad Harvard, tra le massime esperte mondiali nell’epidemiologia molecolare e nella genetica del cancro, e Daniel Lumera esperto di scienze del benessere e della qualità della vita e riferimento internazionale nella pratica della meditazione. Il testo è stato pubblicato in prima edizione per i tipi della Mondadori nella primavera del 2020, in piena pandemia da Covid-19, e qualche mese prima dell’istituzione della giornata mondiale della gentilezza, il 13 novembre dello stesso anno, celebrata ovunque con iniziative virtuali per mettere al centro la cura e l’attenzione per gli altri. Crediamo non sia un caso e il successo e la diffusione del volume lo attestano ampiamente.

Tra le pagine, come si intuisce già dal titolo, vengono magistralmente riorganizzate conoscenze, competenze ed esperienze degli Autori e così la scienza con le sue più recenti scoperte si connette con la saggezza delle antiche filosofie sapienziali per riscrivere un nuovo alfabeto per l’esistenza che ci spinge ad assumere un altro sguardo sulla nostra vita per cambiare e tracciare nuove rotte. Alla base ci sono valori come la gentilezza, l’ottimismo, il perdono, la gratitudine, la felicità che diventano “un imperativo evolutivo imprescindibile” (p. 24) e che perciò vengono reinterpretati per sentirsi in armonia con sé stessi e con il mondo, con la natura e con tutti gli esseri viventi.

Possiamo dunque affermare che il testo è principalmente un viaggio – prendendo a prestito le parole degli Autori –“nella comprensione del potere della mente sui geni” che ci permette di scoprire i segreti della longevità, le potenzialità della meditazione sui processi anti-infiammatori e anti- invecchiamento, così come lo stretto rapporto tra alimentazione e prevenzione del cancro, ma anche l’ “impatto della natura e della musica sulla salute e sull’umore”  e l’importanza di relazioni felici per la qualità della vita (p. 24). Si studia la gentilezza nelle sue diverse forme e la si connette con la meraviglia per bandire un approccio distratto, disattento, superficiale nel leggere la realtà che non ci permette di cogliere i piccoli miracoli quotidiani della natura. Essere gentili significa allora anche riscoprire l’infanzia come categoria esistenziale per coltivare lo stupore di fronte alla meraviglia del mondo, per tendere ad avere una mente illuminata, cristallina, priva di pregiudizi, critiche o delusioni, pura, come di chi è appena venuto al mondo e non può perdersi nel passato, ma neanche proiettarsi nel futuro, per riscoprire così il valore del presente, di ogni istante, del qui ed ora. Ascoltare, sentire, riconoscersi, regalare sorrisi ma anche silenzi, praticare l’altruismo, l’essere generosi fa parte di una gentilezza diffusa che supera differenze, forme e divisioni rendendo sterile ogni atteggiamento escludente. 

È stato particolarmente illuminante apprendere che la scienza con lo studio dei telomeri, strutture del DNA poste alle estremità dei cromosomi con lo scopo di proteggere il materiale genetico delle cellule, ha dimostrato la modificabilità del codice influenzato perciò dai fattori ambientali e dagli stessi stili di vita. Ed allora scegliere diventa prioritario, una responsabilità verso noi stessi e la collettività favorendo sin dai primi anni di vita condizioni di benessere per salvaguardare la salute delle nostre cellule. Si documenta come coltivare e praticare la gratitudine aumenti l’autostima, diminuisca lo stress, “nemico invisibile” (pp. 50-52) e incrementi lo sviluppo della resilienza, negli ultimi anni oggetto di grande interesse scientifico. Così è per l’ottimismo che negli studi recenti sul DNA sembra rivelarsi “un efficace strumento per rallentare l’invecchiamento cellulare” (p. 74) e che può essere appreso attraverso strategie e percorsi di training.

La felicità viene sottratta dal modello dell’homo oeconomicus, per diventare una ricerca continua, superando le asfittiche concezioni dell’appagamento sensoriale attraverso il fare o l’avere, per invitare il lettore a intraprendere “la via della felicità eudaimonica” (p. 126) che non può prescindere dall’esercizio delle virtù e dalla tensione al cambiamento.  

Arricchiscono e impreziosiscono il volume i numerosi rimandi agli studi scientifici e agli esperimenti nel campo delle scienze psicologiche e del benessere.

Il libro è, quindi, soprattutto un incontro che rivoluziona le nostre conoscenze o meglio che ci aiuta a fare chiarezza, ad assumere un “approccio trasversale, mediante prospettive diverse e complementari” (p. 202), a ‘mettere ordine’ tra culture e saperi millenari spesso sviliti con forme divulgative per riportarli alla loro profondità, come per i concetti di salute e di felicità, o per la pratica meditativa epurata da falsi miti e restituita ai suoi significati originari.

È così possibile scegliere le relazioni tenendo in giusta considerazione i diversi fattori (“istintuale/sensoriale”, “sentimentale”, “intellettuale”, “ideologico”, “sociale” e “della consapevolezza”), consci degli effetti sul benessere cognitivo ed emotivo, comprendendo che i “legami più profondi – come ha insegnato Lao Tzu – non sono fatti né di corde, né di nodi, eppure nessuno li scioglie” (p.141).

Il testo offre quindi anche un metodo di pratiche antiche e più moderne con riferimenti circostanziati come quelli agli studi di Robert Enright e di Everett Worthington (REACH) per sostenere “la via del perdono come strumento di cura” (p. 99), e con suggerimenti che spaziano dagli esercizi per trarre il massimo beneficio dall’attività fisica alle preparazioni per un’alimentazione sana ed equilibrata, in grado di prevenire disturbi e malattie, e ai suoni che liberano la mente.

Biologia della gentilezza è perciò un invito impossibile da declinare perché pagina dopo pagina si coglie che la scienza e le antiche filosofie sapienziali sono messe al servizio di un progetto di benessere e di felicità a cui ogni persona ambisce, spesso senza possedere conoscenze e strumenti adeguati a realizzarlo. 

Elena Zizioli

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