Si conclude la formazione per bibliotecari con Antonella Agnoli

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Con il terzo modulo online “Quale futuro per i servizi bibliotecari” di Antonella Agnoli abbiamo completato il programma di formazione specialistica di Bibliovento rivolto ai bibliotecari.

Reading Literacy per la promozione nelle biblioteche della lettura dall’infanzia, servizi bibliotecari della cecità, quale futuro per le biblioteche. Sono i moduli della formazione che l’associazione La Masnada, la cooperativa sociale Kyosei e gli altri partner di progetto hanno avviato a gennaio scorso.

Alla formazione hanno partecipato 55 persone tra bibliotecari, assistenti e operatori di biblioteca. Educatori, volontari, responsabili di biblioteche scolastiche, insegnanti fra quelli indicati dai partner di progetto e 10 partecipanti esterni.

Di cosa abbiamo parlato durante l’ultimo modulo di formazione di Bibliovento

L’ultimo modulo della formazione di Bibliovento era articolato in due incontri. Si è svolto mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio scorso ed è durato 10 ore. Abbiamo ragionato, riflettuto insieme sul futuro delle nostre biblioteche partendo dal presupposto che la biblioteca deve promuovere valori come il rispetto, la tolleranza, l’uguaglianza, l’energia sociale e cura delle città. Che non è possibile senza il lavoro quotidiano di chi ci lavora e decide.

Antonella Agnoli, formatrice dell’ultimo modulo, è una progettista culturale. Ed è la più grande conoscitrice di biblioteche in Italia. Ne ha realizzate parecchie (Spinea, Pesaro, Lecce). Da anni collabora con studi di architettura e amministrazioni comunali per il ripensamento di luoghi culturali, per la costruzione e riprogettazione di edifici e servizi bibliotecari innovativi in molte città italiane.

Le giornate con l’Agnoli sono state l’occasione così per chiedersi come coinvolgere i cittadini delle nostre comunità. Come farli diventare parte attiva della vita della biblioteca in questo particolare momento culturale e sociale. Siamo partiti dal suo libro La Casa di tutti: città e biblioteche in cui riporta la visione di una biblioteca che non sia più un luogo polveroso ed esclusivo, ma una piazza del sapere, inclusiva e rigeneratrice di democrazia, elemento portante di una città che ci prende cura del cittadino.

Deve essere innanzitutto un luogo che deve accogliere. Che deve accogliere chi non legge. Perché se noi continuiamo a insistere con dei luoghi che si rivolgono soprattutto a chi legge e studia. Significa che a tutti quelli che non leggono e non studiano stanno fuori. Non vengono. Non si sentono parte di quella comunità. Quindi il tema è come allargare la comunità della nostra biblioteca.

dice durante il modulo Antonella Agnoli.

 

 

Da Catanzaro a Gasperina, da Cropani a Sersale il fil rouge che ha legato i partecipanti al corso di formazione è stato proprio questo: conoscere le caratteristiche che rendono ogni comunità diversa dagli altri. E di conseguenza, capire come agire per soddisfare al meglio le esigenze dei cittadini, delle persone del posto. Con un entusiasmo e una voglia di fare che sono la miglior risposta a chi, troppe volte, mette in dubbio la voglia e la necessità di applicare un nuovo modo di concepire la biblioteca.

L’idea di biblioteca secondo Antonella Agnoli

L’Agnoli ha raccontato di biblioteche accoglienti, stimolanti, che promuovano attività e iniziative culturali. Biblioteche inclusive che ascoltano i bisogni della comunità

Creare un luogo che sia accogliente, un luogo che ci faccia sentire bene, come a casa. Meglio che a casa. Non possono sentirsi bene solo quelli che sono abituati a vivere e frequentare luoghi della cultura. Perché i nostri luoghi sono dei luoghi frequentati da chi ha già delle competenze. Noi dobbiamo creare dei luoghi dove possono stare insieme persone che hanno provenienza culturali, sociali, economiche, religiose completamente differenti. È questo un lavoro complicato. Ma è meno complicato di quello che sembra se lavoriamo con la comunità che ci sta intorno.

Per farlo abbiamo bisogno di molte cose. Sicuramente di cittadini attivi che si interessano. Ma anche di luoghi dove possiamo trovare beni culturali di ogni tipo e possiamo partecipare a esperienze creative come corsi, laboratori, progetti.

Nel momento in cui si ridisegnano i nostri servizi si possono coinvolgere i cittadini. Importante è che quel luogo venga sentito dalla comunità come un luogo proprio. Luogo in cui sono stati coinvolti. Ci sono dentro dei pezzettini che sono loro. Quindi dobbiamo prima di tutto abbattere quelli che sono i pregiudizi che si portano dietro i nostri luoghi. Il nostro lavoro è soprattutto un lavoro di alleanze, no di catalogazione.

Quindi la prima parola che è emersa durante i nostri incontri è alleanze. La seconda parola è comunità. Creare alleanze per costruire comunità intorno alle biblioteche. Dobbiamo fare prima un lavoro di riposizionamento. Che parte dall’idea che le biblioteche oggi sono più che mai vulnerabili. Solo ragionando sulle loro potenzialità possiamo renderci conto che sono indispensabili più di qualsiasi altro luogo. Per questo motivo dobbiamo iniziare a ripensale e progettarle.

Solo nel momento in cui noi cerchiamo di creare dei luoghi che tengono conto delle diverse disabilità (fisiche, sensoriali e oggi più che mai cognitive) tu fai stare meglio tutti. Perché se abbiamo queste attenzioni anche queste persone vivono meglio questi luoghi.

continua l’Agnoli. Rendere un luogo accogliente per tutti significa quindi anche tenere conto di queste cose. Che se i cittadini non sono abituati ad avere un luogo che riconoscono come loro non diventeranno mai nostre alleate.

Abbiamo così ragionato tutti insieme su quello che ci piacerebbe diventassero le nostre biblioteche. Abbiamo cercato di ragionare sul mondo che sta intorno alle biblioteche delle nostre comunità (Catanzaro, Gasperina, Cropani, Sersale). Delle nostre scuole. Su come luoghi di questo genere possono far vivere meglio una comunità. Consapevoli che se abbiamo delle biblioteche che funzionano in un certo modo anche le nostre città possono vivere meglio.

Com’è andato l’ultimo modulo per i bibliotecari

Un modulo interessante sul futuro dei servizi bibliotecari. Il merito dell’Agnoli è stato quello di consegnarci una vera e propria scatola di attrezzi con cui ripensare meglio le attività che svolgiamo ogni giorno nelle nostre biblioteche. Dal rapporto istituzionale a quello con i cittadini a come allestire e progettare gli spazi. Non è stato un semplice modulo formativo, ma molto di più. Per noi è stato fondamentale entrare a contatto con comunità diverse, immaginare insieme come le biblioteche possano diventare anche luoghi di incontro, di scambio e di azione collettiva e non solo luoghi di conservazione e promozione del sapere. Qualcosa che porteremo sempre con noi.

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