Perché scegliere il centro storico di Bitonto

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Il contesto territoriale bitontino è connotato da fragilità sociale e disgregazione, soprattutto all’interno del centro antico, dove è posizionato il palazzo Planelli-Sylos. I nuclei famigliari che abitano nei pressi del palazzo, primi obiettivi cui mirano le attività previste, sono per lo più caratterizzati da bassi redditi, scarsi livelli di istruzione e insufficiente partecipazione alla vita socio-culturale della città.

Il primo obiettivo è la costituzione di una sala di proiezione la cui finalità principale è soddisfare almeno in parte il bisogno di cultura, socialità e partecipazione attiva ai processi della contemporaneità.

Poi c’è l’asset eventi formativi che mirano a far acquisire competenze digitali utili sia per l’insegnamento che per l’apprendimento, abilità digitali necessarie per vivere e lavorare nella società liquida. Nell’educazione e nella formazione il Digital Storytelling può svolgere non solo un ruolo importante in termini di sviluppo delle competenze chiave ma anche in termini di motivazione e rafforzamento lo spirito di collaborazione. In questa direzione intende attestarsi anche il puntuale lavoro di documentazione video-fotografica (che includerà raccolta di interviste e ritratti dei residenti) così come l’attività legata al Museo Visuale di Quartiere.

La sartoria, infine, mira da una parte a soddisfare il bisogno di attività finalizzate ad un eventuale inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e nella parte di vendita destinata al pubblico punta ad esaudire le aspirazioni dei cosplayer più esigenti che cercano abiti messi a punto da stilisti e realizzati da professionisti del settore, che non vogliono usare il proprio tempo libero per auto-realizzarli.

La significatività del progetto nel medio-lungo periodo consisterà:

– nel contribuire alla crescita sociale, economica e culturale del quartiere, del centro antico e della città,

– nella creazione di un polo di eccellenza per il dibattito sulle forme di comunicazione contemporanea,

– nella possibilità di creare opportunità di lavoro,

– nell’educazione dei cittadini alla conoscenza, alla tutela e alla trasmissione del patrimonio culturale,

– nella restituzione alla comunità un bene rifunzionalizzato in grado di coinvolgere la popolazione del quartiere, del centro antico e della città in attività socioculturali che li aiutino a fare comunità.

 

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