Un primo stop dalla Provincia alla riapertura della discarica Lutum
TarantoSera |
C’è stata la prima seduta della conferenza di servizi in forma simultanea e in modalità sincrona e telematica (videoconferenza) ai sensi dell’art. 14-ter della Legge n. 241/1990 per l’istanza per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), finalizzato alla riapertura della discarica Lutum.
Tra gli enti presenti c’era l’Arpa, ma anche i comuni di Fragagnano, Lizzano, Monteparano e Taranto (il padrone di casa dell’isola amministrativa in cui è collocata la discarica).
Innanzitutto è stato affermato che sono state prese in considerazione tutte le osservazioni pervenute, anche se tardive, e questo è un elemento estremamente importante in quanto al primo punto delle nostre osservazioni (firmate anche da molte centinaia di cittadini) abbiamo evidenziato che la Lutum ha presentato una vecchia VIA (Valutazione Impatto Ambientale), documento non solo scaduto addirittura 14 anni fa, ma soprattutto superato dall’entrata in vigore della Decisione di Esecuzione della Commissione UE 2018/1147/Ue del 10 agosto 2018 che richiede l’adozione delle migliori tecniche disponibili (BAT), in particolare per le attività di trattamento rifiuti.
Le BAT (best available techniques o migliori tecniche disponibili) sono le tecniche operative più efficienti, sostenibili ed avanzate, finalizzate alla riduzione dei livelli emissivi e sono il principale riferimento tecnico per verificare se esistono le condizioni per autorizzare la riapertura della discarica. Su questo punto c’è stata una convergenza tra le osservazioni prodotte da noi di Attiva Lizzano e il 5° Settore Pianificazione ed Ambiente della Provincia di Taranto, pertanto è stato richiesto alla Lutum di produrre una serie di documenti, ma soprattutto una nuova VIA. Già in passato, in fase di richiesta di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), l’Impresa si era detta disponibile a fornire una nuova VIA, poi mai prodotta, oggi ha rinnovato l’impegno a presentarla. Inoltre l’Impresa ha richiesto che, dopo la consegna di tutta la documentazione, il procedimento amministrativo si concludesse entro 90 giorni, ma questa proposta non è stata accettata.
Il fatto che la Provincia abbia chiesto alla Lutum di integrare la documentazione e che abbia respinto la richiesta di concludere il procedimento entro 90 giorni dalla presentazione dei documenti significa che la discarica non riaprirà più il 5 gennaio 2025, cioè al termine dei 150 per la conclusione del procedimento, ma solo dopo che sarà fornita ed esaminata la VIA e tutta la documentazione integrativa richiesta (sulla quale si dovrebbero poter presentare altre osservazioni). In sostanza, la fine del procedimento per la riapertura della discarica slitta a data da definirsi!
Sempre oggi, davanti al Tribunale di Taranto c’è stata un’altra udienza del procedimento penale per reati gravi, come il disastro ambientale, che vede imputati gli ex gestori della discarica Vergine. Un processo molto importante anche per capire in che stato di abbandono è stato lasciato il sito. Lo stesso per il quale, ancora oggi, i lavori di messa in sicurezza di emergenza non sono stati ancora completati, mentre la gente continua a segnalare all’ARPA olezzi nauseabondi e tre dipendenti della stessa ARPA che si trovavano nella discarica per un lavoro di routine, sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata.
È illogico e inaccettabile che con tutte queste gravi criticità si provi a riaprire una discarica, triplicando persino le potenzialità, ma per adesso questo rinvio senza data è per i cittadini una vera e propria boccata d’ossigeno.
Dopo aver versato fiumi di inchiostro per motivare il NO alla discarica, questa è comunque una buona notizia perché ogni giorno senza discarica è un giorno guadagnato per la salute e l’ambiente sano. I nostri bambini aspetteranno la Befana senza essere ammorbati da un ecomostro che non ha nulla di eco e tanto di mostro. (Foto: Norbaonline)
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