Parere favorevole della Regione alla discarica Lutum, Attiva Lizzano protesta “parere tardivo e generico”

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La Conferenza di Servizi, però, aveva già bocciato l’AIA presentata dalla Lutum perché datata 2005. Adesso l’iter riparte da capo

LIZZANO –  Il 19 dicembre 2024, la Regione Puglia ha espresso un parere favorevole per la riattivazione della discarica ex Vergine, oggi Lutum, situata nell’isola amministrativa di Taranto, ma a ridosso di comuni come Lizzano, Fragagnano e Monteparano. Una decisione che ha sollevato perplessità e indignazione, non solo per il contenuto del parere ma anche per la sua tardiva pubblicazione. Ma anche perché è l’unico Ente che, ad oggi, ha dato un parere favorevole alla riapertura. Il documento, infatti, è stato reso noto ben nove giorni dopo la Conferenza di Servizi del 10 dicembre, il cui scopo era valutare il progetto e raccogliere le osservazioni degli enti competenti.

La discarica Lutum, ex Vergine, rappresenta un capitolo controverso nella gestione dei rifiuti pugliesi. Se attivata, diverrebbe uno dei più grandi siti italiani per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti speciali, industriali e ospedalieri, una prospettiva che preoccupa profondamente sindaci e cittadini. Il parere favorevole della Regione si baserebbe su una serie di considerazioni, tra cui l’asserita compatibilità paesaggistica e ambientale, nonostante la documentazione presentata dalla società Lutum Srl sia giudicata dagli oppositori, ma anche in sede di Conferenza di Servizi, obsoleta e insufficiente.

Il parere tardivo e le critiche di Attiva Lizzano

L’associazione Attiva Lizzano, in prima linea nella battaglia contro la discarica, ha duramente criticato il parere della Regione, definendolo “generico e tardivo”. “Un documento simile non dovrebbe avere alcun peso. È arrivato dopo la Conferenza di Servizi e si basa su dati vecchi, lontani dalla realtà attuale del territorio”, ha dichiarato Giovanni Gentile, presidente dell’associazione.

Gentile ha poi sottolineato che la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) utilizzata come base per il progetto risale al 2005, un’epoca in cui il contesto ambientale e sociale era radicalmente diverso. “Come possiamo autorizzare un progetto oggi utilizzando parametri di quasi vent’anni fa? Il territorio non è lo stesso, e i rischi per la salute e l’ambiente sono enormemente cresciuti”, ha aggiunto.

La Regione, nel parere favorevole, avrebbe considerato che il sito fosse già compromesso dalle precedenti attività di discarica e cava e che gli interventi di ripristino ambientale previsti dal progetto potrebero mitigare eventuali impatti. Tuttavia, Gentile respinge questa visione: “Non si può parlare di mitigazione quando si parte da una base così fragile. L’area è già gravemente inquinata, e il progetto non fa altro che aggiungere ulteriori problemi”.

Un iter tormentato: le tappe principali

La vicenda della discarica Lutum ha avuto inizio ufficialmente nell’agosto 2023, quando la società ha presentato una richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Grazie a una mobilitazione capillare che ha coinvolto associazioni, cittadini e amministrazioni locali, il procedimento si è interrotto a gennaio 2024 per mancanza di documentazione essenziale, tra cui la nuova Valutazione di Impatto Ambientale e Sanitario.

A luglio 2024, la Lutum ha avviato un nuovo iter, richiedendo un Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), procedura che accorpa diverse autorizzazioni ma che di fatto punta al medesimo obiettivo: la riapertura del sito. L’8 agosto 2024, in pieno periodo estivo, è stato avviato ufficialmente il procedimento, ma solo il 4 ottobre le associazioni e i Comuni coinvolti hanno avuto notizia del progetto, scoprendo che la documentazione presentata era praticamente invariata rispetto a quella precedente.

Il 10 dicembre, alla prima Conferenza di Servizi, è emersa la totale carenza di documenti fondamentali. L’ARPA Puglia ha presentato un parere dettagliato di 51 pagine, evidenziando la mancanza di requisiti minimi e definendo il progetto “non compatibile con la salute e l’ambiente”. Anche l’ASL Taranto ha ribadito la propria contrarietà, sottolineando gravi rischi per la salute pubblica. Nonostante ciò, la Regione Puglia ha reso noto il suo parere favorevole il 19 dicembre, un’azione che secondo Attiva Lizzano è fuori tempo ma allo stesso tempo inconcludente. Ma che allo stesso tempo lascia un grande interrogativo: in base a cosa la Regione dà un parere favorevole mente tutti gli altri Enti sono fortemente critici e contrari?

La discarica Lutum: un pericolo per il territorio?

La riattivazione della discarica non è solo una questione burocratica. Il progetto prevede l’espansione del sito a una capacità tre volte superiore a quella originaria, trasformandolo in uno dei più grandi d’Italia. Se riaperta, la discarica accoglierebbe rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, inclusi materiali industriali e sanitari. Gentile ha espresso preoccupazioni particolari per la possibilità che rifiuti radioattivi trattati possano trovare spazio nel sito: “Una volta che la discarica è aperta, è difficile controllare ciò che vi entra. Gli interessi economici dietro a questi progetti sono enormi”.

A peggiorare il quadro, sono emerse segnalazioni di cattivi odori persistenti provenienti dalla discarica, nonostante questa sia ufficialmente chiusa dal 2018. Episodi inquietanti, come il malore di tre tecnici dell’ARPA durante un sopralluogo nel 2024, hanno evidenziato la presenza di sostanze potenzialmente pericolose nel sito. “Se tre tecnici si sono sentiti male in pochi minuti, cosa accade alle persone che vivono in quest’area ogni giorno?”, ha chiesto retoricamente Gentile.

La mobilitazione della comunità

La popolazione locale non è rimasta in silenzio. Dal 2023 ad oggi, sono state organizzate numerose manifestazioni e campagne di sensibilizzazione per fermare il progetto. Molti Comuni, tra cui Grottaglie e Taranto, hanno adottato le osservazioni tecniche preparate da Attiva Lizzano, opponendosi formalmente alla riapertura. Il 9 dicembre, una denuncia ai Carabinieri ha riportato l’attenzione su possibili violazioni delle norme di sicurezza e sul sospetto che attività illegali possano essere ancora in corso nel sito.

“Non ci fermeremo”, ha dichiarato Gentile. “Questa non è solo una battaglia contro un progetto, ma una lotta per la salute e il futuro della nostra comunità. Il territorio non può essere sacrificato per interessi economici che non tengono conto dei cittadini”.

Tutto da rifare

Con il parere favorevole della Regione poco cambia. L’iter della discarica Lutum riparte da capo, ma i tempi restano incerti. La Lutum Srl è ora chiamata a presentare nuovamente tutta la documentazione, compresa di un’AIA aggiornata, che sarà successivamente valutata in una nuova Conferenza di Servizi. Solo allora si potrà prendere una decisione definitiva sul progetto.

Nel frattempo, Attiva Lizzano promette di intensificare la propria opposizione, monitorando ogni passaggio del procedimento. “Non abbasseremo la guardia”, ha concluso Gentile. “La salute pubblica e la tutela dell’ambiente devono prevalere su tutto”.

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