“NO” UNANIME, CON DISTINGUO, ALLA RIAPERTURA DELLA DISCARICA EX VERGINE
Cronache Tarantine |
Il Consiglio comunale trasformato in un ring. Da un lato il presidente del Consiglio comunale, Luigi Abbate, dall’altro, il suo predecessore Piero Bitetti, si sono sfidati in punta di Regolamento a dimostrazione che gli strascichi legati a come si è pervenuti al cambio di guardia sulla poltrona più alta dell’assise cittadina ancora non si sono sopiti.
Un confronto acceso che ha soltanto contribuito a rallentare i lavori del Consiglio che soltanto dopo due ore dal suo inizio ha approvato (22 voti a favore e nessun contrario) la mozione con la quale si impegna il sindaco Melucci e la giunta a esprimere un netto “no” alla riapertura della discarica Lutum, situata nell’isola amministrativa del Comune di Taranto, e contro la quale si sono già espressi negativamente i comuni dell’area orientale che si trovano a dover fare i conti con la presenza del sito così come ha fatto l’Asl di Taranto.
Ma anche qui, arrivare in fondo alla discussione non è stato facile. Perché, seppure tutti i consiglieri comunali presenti in Aula sono stati compatti nell’esprimere la propria ferma posizione contro la riapertura del sito, non sono mancati gli attacchi incrociati sulle responsabilità di chi non è intervenuto affinché l’ex discarica Vergine non fosse inserita nel Piano regionale dei rifiuti. Rilievi arrivati dai banchi delle opposizioni con il consigliere comunale di Forza Italia Massimiliano Di Cuia che ha puntato il dito contro la Regione Puglia e il Piano dei rifiuti da essa approvato. Seguito a ruota da Walter Musillo di Svolta liberale, il quale ha sottolineato come sia importante chiudere il ciclo dei rifiuti, potenziando la differenziata in modo da non dover ricorrere alla riapertura o all’allocamento di nuove discariche così come avrebbe preferito che «la politica avesse alzato le barricate» mentre a preoccuparlo è l’emendamento alla mozione (approvata successivamente con 16 voti favorevoli, compresa Svolta liberale) e 7 contrari, che introduce la frase “fatte salve le normative regionali e nazionali” il che, secondo Musillo, equivalerebbe «a una decisione che spetta prettamente agli aspetti tecnico-amministrativi» con il risultato che le decisioni della politica rischiano di restare in secondo piano perché, ha aggiunto Musillo, «se le procedure tecnico-amministrative sono fatte bene vuol dire che la discarica sarà riaperta». Argomentazioni riprese un po’ da tutti.
Ciononostante i consiglieri comunali, nessuno escluso, hanno sposato la mozione, emendamenti compresi, presentata dal consigliere Antonio Lenti di Europa Verde, votandola compatta con soddisfazione dei rappresentanti del comitato Attiva Lizzano i quali hanno presenziato i lavori dell’assise cittadina.
Poi tra richiami ufficiali (il presidente Abbate ha estratto il cartellino giallo nei confronti dei consiglieri Lonoce e Luca Contrario), l’assise tra turbolenze, interruzioni continue ha dato il via libera alla mozione che impegna sindaco e giunta a organizzare incontri di sensibilizzazione per proteggere bambini e adolescenti dai messaggi dannosi veicolati dai social media così come è andata a buon fine quella per venire incontro ai medici e al personale sanitario, infermieristico e tecnico dell’ospedale Ss. Annunziata per la concessione di permessi per il parcheggio a prezzi calmierati.
Infine, per non smentire quanto accaduto già in precedenti Consigli, è venuto meno il numero legale quando si stava discutendo la mozione che invitava l’amministrazione a bonificare dai rifiuti l’area parallela alla strada Citrezze-Monteiasi sottostante il ponte della statale 7 presso il fiume Galeso. Qui, quando tutto sembrava scorrere liscio come l’olio, gli animi si sono surriscaldati con il conseguente svuotamento dell’Aula che ha determinato la mancanza del numero legale. In Aula, infatti, era rimasto soltanto il presidente del Consiglio comunale!
Pd: «Positiva la contrarietà del consiglio comunale alla riapertura dell’ex discarica Vergine»
Il Partito Democratico provinciale esprime grande soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Taranto, della mozione contro la riapertura della discarica ex Vergine.
Si tratta di una presa di posizione cruciale, non meramente simbolica, poiché il sito ricade nell’isola amministrativa del Comune di Taranto. La contrarietà espressa dal Consiglio Comunale rappresenta un passo avanti fondamentale verso l’obiettivo che ci siamo posti: scongiurare la riapertura di un sito che costituisce una minaccia per l’intera provincia.
Come ribadito più volte dai nostri rappresentanti a tutti i livelli, la discarica ex Vergine è un sito contaminato, dove non sono state ancora completate le operazioni di messa in sicurezza e bonifica previste dalla legge. Permetterne la riapertura significherebbe esporre i cittadini ionici a gravi rischi ambientali e sanitari, un prezzo che non siamo disposti a pagare.
La contrarietà formale espressa in aula dal capogruppo PD Luca Contrario è il culmine di un lavoro costante e determinato del nostro partito, portato avanti negli anni attraverso iniziative istituzionali dei nostri rappresentanti in tutti i Comuni della provincia, manifestazioni pubbliche di sensibilizzazione, osservazioni tecniche redatte dai circoli locali e dal consigliere del Presidente della Regione, Cosimo Borraccino, il lavoro di coordinamento con tutti i circoli pd della provincia per portare questa mozione all’attenzione dei consigli comunali, il lavoro di condivisione con le le associazioni e i comitati che, insieme a noi, stanno lavorando per scongiurare la riapertura.
Grazie a questi sforzi, siamo riusciti a bloccare la richiesta di AIA presentata a giugno 2023 e continueremo con la stessa determinazione a opporci alla richiesta di PAUR avanzata lo scorso 8 agosto.
Un ulteriore segnale incoraggiante è arrivato da tutti i Consigli Comunali della provincia, che si sono espressi all’unanimità contro la riapertura della discarica e, più in generale, a favore di una tutela ambientale più stringente.
Questo consenso trasversale, che coinvolge forze politiche da destra a sinistra, dimostra che l’intera provincia – Taranto inclusa – è stanca di pagare il prezzo delle emergenze ambientali che hanno depresso il territorio, impoverito l’economia e mietuto vittime.
Per il Partito Democratico la salute e il futuro del territorio sono priorità non negoziabili.
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