La Lutum vuole riaprire la Vergine

Corriere di Taranto |

Adesso non ci sono più dubbi. La Lutum srl, il cui responsabile legale è Antonio Albanese proprietario della CISAspa di Massafra, ha presentato un’istanza alla Provincia di Taranto per richiedere l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativa alla riattivazione di una installazione di smaltimento rifiuti non pericolosi (IPPC 5.3 e 5.4), ubicata in località Palombara nel Comune di Taranto, di proprietà della Lutum srl. Dunque trova conferma quanto scrivemmo lo scorso marzo.

(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2023/03/11/la-discarica-vergine-riaprira2/)

Nell’istanza si legge che il progetto, che prevedeva la realizzazione di una piattaforma di gestione rifiuti costituita da tre lotti di discarica e da un impianto di trattamento rifiuti, ha concluso positivamente la procedura di VIA e ha ottenuto parere favorevole alla compatibilità ambientale con Determinazione Dirigenziale n.16 del 18/01/2005 del Settore Ecologia della Regione Puglia; l’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata successivamente concessa con Determinazione Dirigenziale della Regione Puglia n. 384/2008, per poi essere revocata con Determina Dirigenziale della Provincia di Taranto n.27/2015.

Alla Iuce delle volumetrie di discarica ancora disponibili, Lutum S.r.I. ha quindi “interesse a completare e riattivarel’installazione che, ha ottenuto parere favorevole alla compatibilità ambientale con D.D. del Settore Ecologia della Regione Puglia n. 16 del 18 gennaio 2005″. La discarica sarà destinata a ricevere i rifiuti conferiti direttamente dall’esterno, se conformi a quanto previsto dalla vigente normativa per Io smaltimento in discarica, e quelli provenienti dall’impianto di trattamento. I rifiuti dell’impianto di trattamento destinati a smaltimento (sia quelli trattati che residui del trattamento stesso) potranno anche essere smaltiti in altri impianti.

Il progetto della piattaforma, sempre secondo quanto si legge nell’istanza presentata dalla Lutum, è stato aggiornato alle nuove norme vigenti in materia di rifiuti e discariche, senza modificare in maniera sostanziale l’intervento originario oggetto della VIA conclusasi favorevolmente, fatta eccezione per alcune migliorie costruttive e gestionali: Introduzione del pacchetto di fondo e di copertura finale previsto dal DLgs 36/2003 come modificato dal D.Lgs 121/20, con notevole miglioramento delI’impermeabilizzazione del fondo discarica e contestuale riduzione di rischio a carico della falda sotterranea; Eliminazione della linea di recupero rifiuti rla raccolta differenziata; Miglioramento della gestione delle acque meteoriche con gli adeguamenti previsti dal R.R. 26/13; Miglioramento della gestione del biogas prodotto dai rifiuti presenti in discarica con inserimento di una linea di recupero energetico in parziale sostituzione della torcia prevista nel progetto originario; Ampliamento della rete di monitoraggio della falda sotterranea mediante n. 9 piezometri, già realizzati, dislocati nelle aree circostanti il sito rispetto ai quattro precedentemente previsti.

Dunque, tutti i passi ufficiali sono stati compiuti. Adesso bisognerà vedere cosa deciderà di fare la Provincia di Taranto guidata da Rinaldo Melucci. Ma che la conclusione non potesse che essere questa per noi non è mai stato in discussione.

Del resto, sin dall’estate 2018, ci siamo sempre chiesti quale senso avesse avuto il passaggio di proprietà alla società Lutum srl (appartenente al gruppo C.I.S.A. dell’imprenditore Albanese), messo nero su bianco dal verbale della riunione del 23 agosto 2018 tenutasi a Bari presso il Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio all’epoca diretto dall’ing. Barbara Valenzano, che aveva come oggetto “la definizione e condivisione di un cronoprogramma di interventi da porre in essere presso la discarica sita in loc. Palombara (Provincia di Taranto) “Vergine srl” in liquidazione”, se non la riapertura della stessa discarica. Non era infatti assolutamente credibileche un colosso come la CISA spa, avesse acquistato quei terreni soltanto per effettuare la messa in sicurezza e la bonifica del sito (tra l’altro con l’ausilio di fondi pubblici).

Stante così le cose, i timori dei cittadini di Lizzano e dei paese limitrofi, nonché dell’associazione AttivaLizzano (da sempre impegnata in una battaglia per la chiusura definitiva della discarica) e di Legambiente Fragagnano, rischiano di diventare tristemente reali. Nonostante per anni la Regione Puglia abbia sempre garantito che il sito, dopo l’avvenuta messa in sicurezza e bonifica, non avrebbe più riaperto. Anche se sull’intera vicenda nell’ultimo anno e mezzo era calato un silenziototale.

Le ultime notizie ufficiali risalgono infatti all’autunno 2021, quando si svolse un’audizione della V Commissione Ambiente regionale presieduta da Paolo Campo. In quell’occasione, ARPA Puglia, presente all’audizione, affermò che erano iniziate le attività di messa in sicurezza e bonifica del sito, con la Regione che assicurò come tutte le attività nel sito fossero costantemente e accuratamente monitorate e con l’assessore all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio che a fronte delle perplessità espresse dalla sindaca di Lizzano Antonietta D’Oria, ribadì la massima attenzione da parte della Regione proprio perché si trattava di una situazione delicata e di come tutte le decisioni venissero assunte da persone qualificate dell’ARPA. Ricordiamo che per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza previsti, la Regione Puglia stanziò 7 milioni di euro attraverso una variazione nel bilancio di previsione 2018, più i 2,4 milioni di euro che furono messi a disposizione del Comune di Taranto per la messa in sicurezza dell’area. A svolgere questi lavori è la Lutum, che nel vertice dell’agosto 2018 si propose come soggetto per attuare gli interventi previsti(insieme alla “Marcopolo Engineering SpA” per la gestione del biogas, alla ditta “Giuseppe Vergine” per le lavorazioni edili e di movimento terra ed alla la società “Idrovelox” per le attività di prelievo e trasporto a smaltimento del percolato).

Il sito ubicato in località Palombara, lo ricordiamo, è costituito da una discarica di rifiuti solidi urbani. Tale discarica è suddivisa in due vasche, denominate rispettivamente A e B, la prima è praticamente piena ed è in fase post gestione, mentre dalla seconda è in corso lo spostamento dei rifiuti presenti in essa. Entrambe le vasche sono impermeabilizzatecon una geomembrana con polietilene ad alta densità (HDPE), sia sul fondo che sulle pareti laterali. Solo in corrispondenza della vasca A, il telo di impermeabilizzazione è posto anche sulla superficie a costituire il capping. E sempre a proposito della bonifica, nell’aprile dello scorso anno, la Cassazione scrisse la parola fine sulla vicenda, stabilendo che la bonifica non sarebbe dovuto avvenire a carico della vecchia società e che non ci sarebbe stato alcun risarcimento per il comune di Fragagnano. Chiudendo così una storia giudiziaria che aveva visto una prima svolta con il sequestro del sito l’11 gennaio del 2014.

(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2022/04/08/discarica-vergine-cassazione-scrive-lultima-parola4/)

La tensione è palpabile anche sui territori. Il sindaco di Fragagnano Giusppe Fischetti ha infatti convocato e svolto questo pomeriggio un’assemblea pubblica. “Abbiamo ritenuto opportuno promuovere un’assemblea pubblica per coinvolgere l’intera cittadinanza sul tema della ex discarica Vergine, oggi Lutum. Un argomento molto delicato che necessità di un confronto aperto e trasparente tra l’Amministrazione comunale, i cittadini e le associazioni del territorio”. “Durante l’assemblea abbiamo illustrato l’iter amministrativo che ha portato, oggi, all’istanza di autorizzazione con documenti e atti ben precisi al fine di stabilire con chiarezza le esatte responsabilità riferite all’attuale rischio di riapertura del sito – dice il primo cittadino -. L’obiettivo dell’incontro è, soprattutto, quello di ascoltare la cittadinanza e costruire, insieme, un percorso comune per contrastare l’ipotesi paventata. La nostra posizione è chiara da sempre e rimane ferma e determinata. Noi saremo sempre contrari a prescindere da tutto e tutti. Mi spiace rimarcare che chi in questi giorni, invece, finge contrarietà alla discarica ha sempre espresso il proprio favore per l’apertura o l’ampliamento della stessa”. Perplessità e preoccupazione dei consiglieri di minoranza del Comune di Fragagnano. “Da cittadini di questo territorio avremmo preferito essere smentiti e non essere facili profeti di sventure, ma durante la campagna elettorale per le amministrative del 2021 avevamo preannunciato una possibile ripartenza della discarica, manifestando estrema preoccupazione per le conseguenze che un’autorizzazione del genere possa determinare. Duole evidenziare che, al netto di dichiarazioni demagogiche o di atti che nulla hanno a che fare con la nuova prossima gestione dell’attività di discarica, in relazione alla prossima riapertura della discarica, da parte della amministrazione comunale di Fragagnano non sia stato fatto alcunché-sottolineano Francesco Fischetti, Michele Andrisano, Annarita Massaro e Salvatore Ponticelli del Gruppo consiliare patto per Fragagnano  a nulla sono servite le “false” rassicurazioni della maggioranza in campagna elettorale così come a nulla è servito il sonoro campanello di allarme che, in questi ultimi mesi, diverse associazioni, anche locali, hanno fatto suonare sull’argomento. Sono evidenti le responsabilità politiche della coalizione formata da centro sinistra e Movimento Cinque stelle che amministra a più livelli tutti gli Enti coinvolti e responsabili: Comune di Taranto, Provincia di Taranto, il cui presidente è il sindaco della città capoluogo, e Regione Puglia. Ricordiamo che la Provincia è l’Ente a cui è stata inoltrata la richiesta di autorizzazione ed il vicepresidente della precedente consiliatura durata sino a pochi mesi fa compreso il periodo della campagna elettorale per le amministrative del 2021 è stato il sindaco di Fragagnano”.

Venerdì è invece prevista una riunione dell’associazione AttivaLizzano, da tantissimi anni impegnata in una lunga battaglia per la chiusura della discarica Vergine, per decidere quali azioni intraprendere. Mentre il Direttivo del Circolo di Legambiernte Fragagnano chiede “un Consiglio Comunale monotematico aperto e urgente! Con l’obiettivo di creare un fronte compatto che coinvolga tutti, indipendentemente dagli orientamenti politici:  si chiede di convocare un consiglio monotematico aperto e urgente, al quale invitare i Parlamentari gli Eurodeputati ed i Consiglieri Regionali eletti sul territorio Tarantino, oltre al Presidente della Provincia Dott. Rinaldo Melucci, il Sindaco di Faggiano, il Sindaco di Monteparano, Il Sindaco di Lizzano, il Sindaco di Roccaforzata e le associazioni locali che operano nel settore. Che sia un atto teso ad indirizzare la politica della Giunta e del Consiglio tutto, affinché si giunga ad emettere una mozione unitaria e unanime da parte dell’Assise cittadina contro la riattivazione della discarica ex Vergine in contrada Palombara, a 2 chilometri dall’abitato di Fragagnano. Si auspica, infine, il coinvolgimento di tutte le forze politiche, delle associazioni e di tutti i cittadini e che possa, tutto ciò, rappresentare una azione di sensibilizzazione alla vicenda, che sorgano fra tutti, massima concordia, massima condivisione e massimo coinvolgimento”.

Quel che accadrà adesso, sembra piuttosto scontato. O comunque tristemente prevedibile. Difficilmente, una volta terminate le operazioni di messa in sicurezza e di bonifica, l’autorizzazione alla riapertura non sarà concessa. Specie poi a fronte della grave crisi in cui si trova la Regione Puglia sulla gestione dei rifiuti. Certo, immaginiamo che la cittadinanza locale scenderà nuovamente in piazza per protestare contro tale ipotesi, e che forse alcune amministrazioni comunali cercheranno di opporsi a tale eventualità, ma se la storia ci ha insegnato qualcosa, il nuovo capitolo di questa annosa vicenda pare essere già stato scritto tanti anni fa. Staremo a vedere.

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