Il Pm chiede la condanna di tutti gli imputati della discarica ex Vergine

TarantoSera |

Nell’aula E del Tribunale di Taranto, c’è stata l’udienza del processo per disastro ambientale a carico degli ex gestori della discarica Vergine, con la requisitoria del Pubblico Ministero e le arringhe delle parti civili.  Il Pubblico Ministero ha spiegato in maniera chiara che sussistono gli elementi per ritenere i tre imputati penalmente responsabili ed ha chiesto una condanna per tutti di 2 anni di reclusione per il reato di disastro ambientale, mentre ha chiesto di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per gli altri reati minori.

Subito dopo c’è stato l’intervento difensivo appassionato dell’avvocato difensore di Attiva Lizzano, evidenziando che in questa battaglia l’Associazione è capofila ed ha dato un grande contributo a questo processo con le relazioni dei consulenti di parte (Ctu).  Al termine della sua esposizione è stata depositata una memoria tecnica conclusiva, firmata dagli avvocati in qualità di Presidente dell’associazione, «proprio per evidenziare, in estrema sintesi, le lacune metodologiche nella relazione dei Ctu e le contraddizioni nelle dichiarazioni dei consulenti tecnici  (Ctp) degli imputati. Infatti, dai documenti e certificati analitici in atti, appare del tutto chiaro che l’agricoltura e la zootecnia non hanno avuto alcun impatto sull’area in questione, invece è stato molto pesante l’inquinamento ambientale proprio della discarica ex Vergine. La contaminazione dell’acqua di falda e delle altre matrici ambientali in quell’area è stata causata solo ed esclusivamente dalla discarica» – rende noto l’associazione.

Sono seguiti gli interventi degli altri avvocati di parte civile che sostanzialmente si sono riportati alle conclusioni del Pubblico Ministero e dell’avv. Nevoli.  Il giudice ha fissato alla prossima udienza del 06.05.2025 alle ore 14.00 l’arringa dei difensori degli imputati e della difesa dell’avvocato della Regione Puglia.

«Il processo si sta per concludere (la sentenza sarà pronunciata dopo le arringhe dei difensori) e la richiesta di condanna del P.m. lascia ben sperare che venga fatta giustizia, ma per rimediare al lunghissimo stato di incuria della discarica ex Vergine, occorrerebbero lunghi lavori di bonifica che dovrebbero durare anni, solo così si potrebbe salvare un sito abbandonato a se stesso per troppo tempo, rimasto vittima della negligenza di chi aveva l’onere di provvedere. Questi hanno causato dei danni di una tale entità da provocare problemi ambientali pesanti con i quali i cittadini della zona ancora oggi devono fare i conti. Tutto questo mentre è in corso un altro procedimento, questa volta amministrativo, per riaprire quella stessa discarica per la quale il Pubblico Ministero ha chiesto le condanne per tutti gli imputati» – si osserva dall’associazione.