Il pm chiede tre condanne per la gestione della discarica
Il Nuovo Quotidiano di Puglia |

Il magistrato ha richiesto per gli imputati 2 anni L’accusa contestata è quella di disastro ambientale
Due anni di reclusione a testa per disastro ambientale ai tre imputati del processo che vede alla sbarra gli ex gestori della discarica Vergine di Lizzano.
E’ stata questa la richiesta del pubblico ministero Filomena Di Tursi al termine di una lunga e articolata requisitoria che ha ripercorso tutta la vicenda partita dagli esposti presentati dai comitati cittadini tra cui la combattiva associazione «Attiva Lizzano».
La rappresentante della pubblica accusa ha spiegato in maniera chiara che sussistono gli elementi per ritenere i tre imputati penalmente responsabili del reato di disastro ambientale ritenendo, invece, di non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, per gli altri reati minori di cui i tre sono accusati.
Al termine dell’esposizione, l’avvocato di parte civile ha depositato una memoria tecnica conclusiva, firmata dallo stesso Nevoli e dal suo collega avvocato Giovanni Gentile, quest’ultimo in qualità di presidente di Attiva Lizzano, per evidenziare, in estrema sintesi, le presunte lacune contenute nella relazione dei consulenti tecnici degli imputati.

«Il processo che si avvia alla conclusione con la richiesta di condanna del pubblico ministero – ha dichiarato il presidente di Attiva Lizzano a margine dell’udienza -, lascia ben sperare che venga fatta giustizia, ma per rimediare al lunghissimo stato di incuria della discarica – ha aggiunto l’ambientalista -, occorrono lunghi lavori di bonifica che dovrebbero durare anni, solo così si potrebbe salvare un sito abbandonato a se stesso per troppo tempo, rimasto vittima della negligenza di chi aveva l’onere di provvedere. Questi ha concluso Gentile – hanno causato dei danni di una tale entità da provocare problemi ambientali pesanti con i quali i cittadini della zona ancora oggi devono fare i conti».
Il tribunale ha fissato alla prossima udienza del 6 maggio prossimo l’arringa dei difensori degli imputati, prima della camera di consiglio per raggiungere il verdetto.