Discarica Lutum, stop alla riapertura: salute pubblica e ambiente in pericolo
TarantoToday |
Ancora un no/ Lizzano
La Provincia di Taranto ha stabilito un termine perentorio di 90 giorni dal 13 gennaio 2025 per una risposta a tutte le osservazioni emerse. I pareri negativi di ASL e ARPA evidenziano rischi.
LIZZANO – La riapertura della discarica Lutum, amministrativamente situata nel Comune di Taranto ma nei fatti insistente nei pressi del comune di Fragagnano, Lizzano e Monteparano, resta sospesa. La Provincia di Taranto ha deciso di rinviare ogni decisione, in attesa che la società proprietaria, Lutum, risponda alle numerose criticità emerse durante la conferenza di servizi del 10 dicembre 2024. A pesare sul tavolo decisionale sono stati soprattutto il parere negativo dell’ASL SISP di Taranto e le preoccupazioni sollevate dall’ARPA Puglia.
“La riattivazione della discarica non offre sufficienti garanzie di tutela della salute e dell’ambiente nel medio-lungo termine”, ha dichiarato l’ASL nella nota ufficiale del 15 novembre 2024. Un giudizio netto, che ha trovato conferma in una successiva comunicazione del 9 dicembre 2024, dove si ribadiva la presenza di gravi problematiche igienico-sanitarie e odorigene. “La salute pubblica deve venire prima di tutto, e in questo caso non ci sono le condizioni per procedere”, ha aggiunto un portavoce dell’ASL.
Le reazioni e il confronto sui dati
Non sono mancate le risposte da parte della società Lutum, che ha respinto le accuse, attribuendo le problematiche agli anni di gestione precedente. “Gli accertamenti in atti non mostrano alcuna criticità attribuibile alla discarica”, si legge nella nota aziendale del 5 dicembre 2024. La società ha anche sottolineato di aver condotto otto campagne di monitoraggio senza riscontrare anomalie. Tuttavia, questa versione dei fatti è stata contestata dall’ARPA, che ha evidenziato la mancanza di aggiornamenti sui controlli.
“Gli ultimi rapporti ufficiali trasmessi ad ARPA risalgono all’agosto 2022, mentre l’ultimo contraddittorio risale addirittura al marzo 2021”, si legge in una nota dell’agenzia. “Non abbiamo informazioni recenti sullo stato della falda acquifera”, hanno aggiunto i tecnici, evidenziando un grave deficit nella trasparenza e nell’efficacia delle verifiche ambientali. Inoltre, un grave incidente che ha coinvolto tre dipendenti dell’ARPA durante un controllo con drone ha interrotto ulteriori monitoraggi, complicando ulteriormente la situazione.
Le preoccupazioni locali
Intanto, sul territorio, i cittadini continuano a vivere una situazione di disagio. “È assurdo che si parli di riapertura quando già adesso, con la discarica chiusa, siamo costretti a convivere con odori insopportabili”, denuncia un residente di Lizzano. Le segnalazioni all’ARPA sui cattivi odori sono costanti e recenti. Secondo Attiva Lizzano, la riapertura della discarica comporterebbe anche un aumento significativo del traffico pesante, aggravando una situazione già precaria. “È un rischio che non possiamo permetterci di correre”, ha dichiarato un rappresentante dell’associazione Giovanni Gentile.
Pareri mancanti e rinvio della decisione
Un altro punto controverso riguarda i pareri mancanti. Documenti chiave, come quelli del Comune di Taranto, del Comando dei Vigili del Fuoco e del Servizio Osservatorio Paesaggistico della Regione Puglia, sono stati trasmessi solo dopo la chiusura della conferenza di servizi. Una procedura irregolare che ha sollevato ulteriori dubbi sull’iter amministrativo.
La Provincia ha comunque stabilito un termine perentorio di 90 giorni dal 13 gennaio 2025 per consentire alla Lutum di rispondere a tutte le osservazioni emerse. “Non ci saranno ulteriori proroghe. Se non verranno rispettati i tempi, il procedimento si chiuderà”, hanno fatto sapere fonti del 5° Settore Pianificazione e Ambiente.
Un No secco da Attiva Lizzano
“La tutela dell’ambiente e della salute deve essere la nostra priorità”, ha dichiarato un funzionario provinciale, lasciando intendere che la Provincia di Taranto non farà sconti. La vicenda resta aperta, ma i cittadini e le associazioni locali continuano a chiedere un no definitivo alla riapertura della discarica. “Non possiamo rischiare di consegnare alle future generazioni un ecomostro puzzolente”, conclude un attivista di Attiva Lizzano.
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