Aggiornamenti sulla discarica Lutum ex Vergine

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COMUNICATO STAMPA

È stato pubblicato il verbale della prima seduta della conferenza di servizi del 10 dicembre 2024, ai sensi dell’art. 14-ter della Legge n. 241/1990, per l’istanza per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), finalizzato alla riattivazione della discarica Lutum, formalmente isola amministrativa del Comune di Taranto, ma a due passi da Fragagnano, Lizzano, Monteparano, Faggiano e Roccaforzata.

Risalta subito agli occhi il parere sfavorevole dell’ASL SISP Taranto, inviato con nota prot. 215948 del 15/11/2024, perché “La riattivazione della discarica in oggetto, già in passato caratterizzata da criticità igienico sanitarie e con problematiche anche di natura odorigena, non dà sufficienti garanzie di tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente nel medio-lungo termine.” Una documento chiarissimo che non lascia spazio ad interpretazioni e conferma la persistenza di problemi drammaticamente ineludibili con i quali ogni giorno devono fare i conti i cittadini della zona che continuano a tempestare il sito dell’ARPA di segnalazioni per gli olezzi nauseabondi (la puzza insopportabile), costretti, persino adesso che la discarica è chiusa, a tapparsi in casa per trovare un, sia pur debole, strumento di protezione. 

Eppure la Lutum, attuale proprietaria del sito, con la nota del 05/12/2024 ha contestato all’ASL le problematiche di natura odorigena arrivando ad affermare: “gli accertamenti in atti non mostrano alcuna criticità addebitabile alla discarica” che tali olezzi “risalgono addirittura agli anni 2010-2013, quando la discarica era in funzione e gestita dai precedenti proprietari.” In pratica, c’è uno scarica barile con i vecchi gestori, ma soprattutto si vuol far apparire come dei visionari i tantissimi cittadini che inviano le segnalazioni all’ARPA quando vengono assaliti dalla puzza nauseabonda (l’ultima volta pochissimi giorni fa).

Non solo. Nella stessa nota la Lutum sottolinea che i pozzi a valle della discarica non hanno mai evidenziato alcun problema e aggiunge: “Ad oggi sono state effettuate ben 8 campagne di monitoraggio, all’incirca una ogni sei mesi, senza mai riscontrare alcun dato anomalo o preoccupante. La prima campagna è stata effettuata anche in contraddittorio con ARPA Puglia.” In realtà, la nota n. 0092678 del 19/12/2024 dell’ARPA ci descrive una situazione ben diversa: l’Agenzia “non ha notizie circa il monitoraggio della falda effettuato dalla Lutum, del quale gli ultimi RRdp (rapporti di prova, ndr) trasmessi ad ARPA risalgono all’agosto 2022, mentre l’ultimo contraddittorio espletato dall’Agenzia risale al marzo 2021. 

In effetti, è ormai di dominio pubblico il grave infortunio in cui sono rimasti vittima tre dipendenti dell’ARPA pochi mesi fa, mentre cercavano di far volare un costosissimo drone solo per poter fare dei controlli di routine. Evidentemente, a seguito dell’infortunio dei funzionari, detti controlli non sono stati più eseguiti, forse perché non c’erano le condizioni di sicurezza per farli. Comunque sia: emerge dalle carte che sono ormai anni che i controlli che non vengono fatti, per cui, come abbiamo già detto in altre occasioni, non sappiamo cosa ci sia in quella discarica e tutto questo “non dà sufficienti garanzie di tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente” per i cittadini e finanche per gli addetti ai lavori. Non è un caso che l’ASL, a seguito della richiesta della Lutum, abbia risposto con una seconda nota (la n. 233624 del 9.12.2024 confermando in toto la sua nota precedente, come non è una caso che anche l’ARPA abbia dato parere sfavorevole alla riapertura della discarica perché “evidenzia complessivamente una serie di carenze e di criticità” scritto nero su bianco nel verbale della conferenza dei servizi del 10 dicembre scorso. A questo si aggiunga, come ha rilevato il Tecnico del Comune di Monteparano e noi di Attiva Lizzano, il disagio concreto per l’aumento esponenziale del traffico veicolare che si verrebbe a creare con la riapertura della discarica.

È assurdo che, con tutte queste carenze e gravi criticità si provi a riaprire una discarica, triplicando persino le potenzialità, ma è altrettanto assurdo apprendere dalla nota di trasmissione n. 1143 del 13.01.2025 del verbale della conferenza dei servizi che ben tre pareri importantissimi, del settore Ambiente del Comune di Taranto, del Comando dei Vigili del Fuoco di Taranto e del Servizio Osservatorio e Pianificazione Paesaggistica della Regione Puglia, siano giunti successivamente alla chiusura della Conferenza dei Servizi.

Tuttavia, per ora, la Provincia ha rinviato tutto fino a quando la Lutum non avrà riscontrato “quanto emerso in sede di CdS (Conferenza dei Servizi, ndr) e nelle richieste dei pareri e note”, ma “entro e non oltre 90 (novanta giorni) dal ricevimento” della nota di trasmissione n. 1143 del 13.01.2025 del verbale della conferenza dei servizi. Un termine perentorio che lascia intendere che il procedimento si fermerà definitivamente se non sarà rispettata la scadenza. 

Insomma, sembra che il 5° Settore Pianificazione ed Ambiente della Provincia di Taranto non faccia sconti, come è giusto che sia quando è in ballo la tutela dell’ambiente, la salute dei cittadini e di quelle future generazioni che, senza colpa alcuna, corrono il rischio di ereditare un gigantesco puzzolente ecomostro.

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