Discarica Vergine, Lutum ‘rimandata’

Corriere di Taranto |

Il punto sulla procedura per la riapertura e sulle bonifiche in corso

La Lutum S.r.l., società del gruppo CISA, avrà 90 giorni di tempo per rispondere alle richieste di integrazioni pervenute all’interno della Conferenza dei Servizi (riunitasi il 10 dicembre e con esito interlocutorio) previsto dal procedimento amministrativo richiesto dalla stessa società ed avviato con l’istanza di Autorizzazione Integrata Ambientale (del 27/10/2022), relativa alla “Riattivazione di una installazione di smaltimento rifiuti non pericolosi (IPPC 5.3 e 5.4)”, ubicata in località Palombara nel Comune di Taranto, ovvero l’ex discarica Vergine, avviato dalla Provincia di Taranto lo scorso 15/06/2023. 

Alla società è stato chiesto da parte degli enti di integrare la documentazione tra cui la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) aggiornata. Questa richiesta sospende i termini del procedimento in corso, annullando quindi la scadenza del 5 gennaio 2025 per la conclusione del procedimento di PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) finalizzato alla riapertura della discarica. Nel suo complesso l’installazione (piattaforma di trattamento + discarica), secondo quanto riportato nella “Relazione Generale” del 10/2022 annessa all’istanza LUTUM s.r.l. potrà accettare 350-400 tonnellate/giorno di rifiuti e che la capacità produttiva dell’impianto di trattamento è di 100.000 t/anno, con una produttività di 325 t/giorno di rifiuti smaltiti e/o recuperati.

Ricordiamo che la Lutum ha manifestato, nell’istanza alla luce delle volumetrie di discarica ancora disponibili, interesse a completare e riattivare l’installazione del sito esistente. Di fatto la società ha ripreso il progetto (aggiornandolo ma senza modificarlo in maniera sostanziale) che ottenne il parere favorevole alla compatibilità ambientale con Determinazione Dirigenziale n. 16 del 18/01/2005 del Settore Ecologia della Regione Puglia e l’Autorizzazione integrata Ambientale concessa con Determinazione Dirigenziale della Regione Puglia n.384/2008.

Lo scorso 23 gennaio si è svolta l’ultima riunione della Conferenza dei Servizi, durante la quale emerse anche il problema legato al fatto se l’istanza di riapertura della discarica debba sottostare ad una Valutazione d’Impatto Ambientale. Successivamente, con una nota del 29.02.2024 la Regione Puglia ha stabilito che la competenza per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la discarica Lutum è della Provincia di Taranto. Quindi, si è ritenuto di dover applicare la vecchia legge che delegava alla Provincia questo onere, mentre con la nuova legge regionale del 07.11.2022 (approvata pochi giorni dopo l’istanza della Lutum per la riapertura della discarica Vergine) la competenza è ritornata alla Regione. Con la stessa lettera, la Provincia ha invitato la Lutum ad integrare l’istanza di AIA con una nuova Valutazione di Impatto Ambientale (VIA, procedimento sul quale la stessa società si era mostrata favorevole) e la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) “tenuto conto dell’intero compendio istruttorio acquisito”.

Ciò che ci lascia perplessi, ad essere buoni, è il classico clamore mediatico che si solleva puntualmente dalle nostre parti con un ritardo abissale rispetto al corso degli eventi. A cominciare dalla classe politica locale, provinciale e regionale (i comuni più vicini in provincia di Taranto sono Monteparano, Lizzano e Fragagnano), che recita costantemente la parte di chi si schiera a difesa degli interessi del territorio, dell’ambiente e della salute, attraverso dichiarazioni e proclami che non hanno valenza di alcun tipo nel determinare quello che poi è il corso degli eventi. Questo continuo cadere dal pero, come se vivessero in una realtà parallela lascia francamente sconcertati. Così come l’atteggiamento delle tante realtà associative del territorio tarantino (tranne rarissime eccezioni come le associazioni ‘AttivaLizzano’ e Legambiente Fragagnano che lo scorso mese sono tornate ancora una volta in strada per manifestare il loro dissenso) che giungono ‘a protestare’ quando spesso è troppo tardi e tutto si è compiuto.

Del resto, basta semplicemente ricordare che come abbiamo avuto modo di scrivere anche recentemente (e non solo nell’estate del 2018 e negli anni a venire), era fin troppo scontato che l’interesse della Lutum, società controllata dalla CISA di Massafra dell’imprenditore Albanese, andasse soltanto in un’unica direzione: quella della riapertura della discarica. Come mai all’epoca non solo una voce si levò in tal senso? Come mai nessuno degli attori attuali che erano già presenti allora, trovarono il tempo e il coraggio di interessarsi della vicenda? E questo al di là delle rassicurazioni della Regione Puglia che per anni ha dichiarato che quella discarica non avrebbe mai più visto la riapertura (dopo le operazioni di messa in sicurezza e bonifica) e di quelle dei partiti e di tanti esponenti politici che oggi si schierano demagogicamente contro la riapertura del sito. Così come tanto, troppo silenzio in questi anni su questa vicenda è calato, anche dalle associazioni ambientaliste dei territori interessati, che forse hanno troppo creduto alle parole della politica o hanno sperato che entrando in essa, avrebbero potuto in qualche modo evitare che si arrivasse a questo punto.

Altro punto sul quale occorre fare nuovamente chiarezza, è lo stato attuale dell’iter di bonifica del sito ex Vergine in contrada Palombara. Le cui operazioni sono a carico della stessa Lutum. Il sito ubicato in località Palombara, lo ricordiamo, è costituito da una discarica di rifiuti solidi urbani. Tale discarica è suddivisa in due vasche, denominate rispettivamente A e B: per quanto riguarda la prima vasca è stata ultimata la copertura in quanto completamente piena e in fase di post gestione, mentre per la seconda sono stati riordinati i rifiuti esistenti ed è stato prosciugato il lago di percolato. Diversa invece la situazione per quanto riguarda l’Impianto per le acque meteoriche e l’estrazione dipercolato e biogas: di fatto le tempistiche per realizzare questi interventi sono state previste da accordi tra la società e le Regione Puglia, ma trattandosi come detto di un impianto ancora non in esercizio e di interventi a carico del privato, si registra una pressione minore da parte regionale.

Diversa invece la situazione per quanto riguarda l’altro sito ex Vergine in località Mennole, isola amministrativa di Taranto tra Fragagnano e Monteparano, distante appena 400 metri dal sito che vuole riaprire la Lutum. Che è rientrata, insieme alla discarica ‘Li Cicci’ di Manduria, nell’elenco degli interventi volti alla dismissione degli impianti di discarica inseriti nella classificazione di siti a rischio per la salute umane e l’ambiente, per cui la Regione lo scorso settembre ha previsto un finanziamento pari a 75 milioni di euro. La discarica per rifiuti speciali non pericolosi in post produzione a Mennole nel Comune di Taranto è sprovvista di Autorizzazione Integrata Ambientale, che è stata revocata con Determina Dirigenziale della Provincia di Taranto n.27/2015, anno nel quale venne sequestrata. I tecnici di ARPA Puglia, durante il sopralluogo del 14/10/2021, accertarono l’evidente stato di abbandono della discarica e indicarono come necessari gli interventi relativi alle misure d’urgenza, emergenza e prevenzione. Riscontrando, inoltre, odore di biogas in prossimità dei pozzi di raccolta del percolato denominati Pp1 e Pp2. Per quanto riguardava la falda idrica invece, durante le ultime ispezioni eseguite nel 2014 venne rilevato il superamento delle CSC per il parametro Alluminio. A distanza di un decennio dunque, si procederà finalmente alla bonifica del sito.

E’ dunque altamente probabile che questi ulteriori 90 giorni di tempo, serviranno alla società anche per far decantare la pressione mediatica sulla vicenda. Noi restiamo convinti che la soluzione migliore, al di là delle esigenze della Regione Puglia in tema di gestione dei rifiuti e degli interessi economici del gruppo CISA, sia soltanto una: ovvero mettere in sicurezza e bonificare l’intera area evitando la riapertura della discarica. Chiudendo così per sempre, almeno in parte, il capitolo dello smaltimento dei rifiuti nel versante orientale della provincia tarantina.

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https://www.corriereditaranto.it/2024/12/11/discarica-vergine-progetto-lutum-rimandato/