L’Orto Sociale pienamente avviato
di centrosolidarietadelfino
Dopo mesi di preparazione, di lavoro e di impegno profuso, l’orto sociale del progetto A.R.C.A. a Castiglione Cosentino è finalmente una realtà.
Dove sorge la struttura dedicata all’housing sociale A.R.C.A. che ospita quattro famiglie, avevamo una porzione di terreno incolto collinare, impraticabile perché scosceso. Abbiamo bonificato tutta l’area ripulendola da spine ed erbacce per poi fare il terrazzamento. Successivamente abbiamo fatto installare una serra. L’intenzione era quella di offrire agli ospiti di ARCA l’opportunità dell’orto sociale. Così spiega Renato Caforio, responsabile del progetto.
La crescita delle piante del nostro orto è una metafora della crescita umana. Ciò che ha caratterizzato questa attività fin dall’inizio è stata l’attesa, il pensiero costante, la condivisione del lavoro, la fatica ed infine i frutti. L’orto sociale è un modo di stare insieme, di affrontare la vita, così come solo la terra può insegnarci.
Nel nostro orto adesso ci sono rigogliose cipolle bianche e rosse, piante di zucchine, piante di melanzane e piante di peperoni che hanno preso i loro tempi per crescere; ci sono piantine di pomodori delle quali non bisogna dimenticarsi mai per non perderle e ancora basilico, tante altre piante aromatiche oltre alle succosissime angurie.
Tutto questo è il prodotto di un anno di lavoro degli utenti della Comunità Terapeutica Riabilitativa Eden per le tossicodipendenze insieme alle famiglie ospiti dell’housing sociale che si sono avvicendate in questi mesi. Questo gruppo ha collaborato, sotto la guida sapiente del sig. Francesco Magnelli, volontario del Centro di Solidarietà Il Delfino, che con la sua grande capacità di coinvolgere le persone in questa attività è riuscito in pochissimo tempo ad insegnare le tecniche principali della coltivazione, facendo così scoprire la bellezza di questa arte che è l’orto.
Attraverso diverse fasi di lavoro, stagione dopo stagione, si è passati dal dissodare la terra, al concimarla, dalla semina alla crescita e alla cura delle piantine, fino alla loro maturazione e quindi alla raccolta.
L’orto richiede molta costanza, in quanto è necessario bagnare tutti i giorni, soprattutto in questo periodo in cui il clima è molto caldo, inoltre bisogna controllare continuamente le piante e raccogliere le verdure mature, in modo da permetterne la nascita di nuove. Il senso più profondo dell’esperienza è che una persona con problemi o meno, impara il piacere del prendersi cura di un pezzo di mondo e lavorando un pezzo di terra insieme agli altri, con fatica e con attesa, scopre la dignità del proprio essere nel mondo.
Nel nostro orto si sono intrecciate storie di vita e si sono ritrovate insieme persone profondamente diverse per esperienze e per sensibilità: italiani, africani, ucraini, fragili e meno fragili, giovani e meno giovani, persone all’inizio di un percorso di recupero e persone alla fine del percorso, pronte per rientrare nella società. Ognuno di loro ha lasciato il proprio contributo ed ha portato con sé un bagaglio di esperienza ed un sapore di genuinità e di semplicità. Sono le parole conclusive di Renato Caforio.

L’esperienza dell’orto sociale continua ed è nelle intenzioni migliorarla e ampliarla il più possibile.
L’obiettivo finale dell’agricoltura non è la coltivazione di colture, ma la coltivazione e la perfezione degli esseri umani. (Masanobu Fukuoka)
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