Dopo il fuoco, a Orvile arriva ‘la cura’: nuovi pini e staccionate di protezione

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Poco più a nord del rio Posada c’è una pineta da preservare, e curare. Siamo in Sardegna, costa nord orientale tra Posada e Budoni. Qui c’è l’area di Orvile, trenta ettari rimboschiti all’interno del Parco naturale regionale di Tepilora, ormai negli anni Cinquanta. Si tratta di una pineta storica e purtroppo a più riprese distrutta da vari roghi, il più devastante nel luglio del 2009, più di dieci anni fa. Seqni e cicatrici sono ancora visibili, ed è qui che agirà l’agenzia regionale Forestas nell’ambito del progetto ‘Acqua e fuoco. Dalle cicatrici del passato la mappa per un futuro al riparo dai rischi nel parco di Tepilora’, con il sostegno della Fondazione con il Sud (qui la scheda). 

L’intervento per combattere (anche) il coleottero. L’intera pineta si trova in un’area di pregio paesaggistico, naturalistico e turistico ricreativo. Dagli ultimi due sopralluoghi effettuati dai professionisti di Forestas (a dicembre e a febbraio) sono emersi nuovi problemi rispetto al 2018. Dda qui la valutazione di interventi complementari, senza i quali le altre attività risulterebbero poco efficaci. In particolare il rimboschimento effettuato nel 2016-17, sulle aree percorse da incendio, presenta segni di sofferenza e deperimento. Alcuni pini sono ormai del tutto secchi anche per via degli attacchi parassitari ad opera di un coleottero: il Tomicus destruens. Altri alberi sono comunque in sofferenza a causa di altri fenomeni, come il ristagno idrico.

Ora l’agenzia Forestas prevederà interventi specifici come i tagli fitosanitari, a cui far seguire il rinfoltimento della pineta con la realizzazione di rimboschimenti localizzati protetti. E proprio per tutelare le nuove piante che si è deciso di realizzare staccionate in legno che dovranno delimitare gli interventi. 

 

 

 

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