Il Parco di Tepilora guarda all’Europa: candidato al programma Horizon 2020
di legambientesardegna
Il Parco naturale regionale di Tepilora – nel Nuorese – punta a rafforzare la prevenzione degli incendi e della tutela del patrimonio boschivo. Per questo parteciperà – come soggetto pilota insieme al Parco nazionale del Gargano, in Puglia – a un programma di respiro internazionale da circa 230 milioni di euro. Un’iniziativa che rientra nell’ambito di Horizon 2020, il Programma Quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione. Per il Parco di Tepilora, che firma il progetto Silvanus/Fortiori all’interno di un partenariato internazionale di altissimo livello, è un riconoscimento importante. Un risultato che arriva dopo l’avvio di altre attività, anche attraverso percorsi simili, come il progetto ‘Acqua e fuoco. Dalle cicatrici del passato la mappa per un futuro al riparo dai rischi nel parco di Tepilora’ sostenuto dalla Fondazione con il Sud (qui la scheda). L’idea guida è ridurre il rischio idrogeologico di un territorio fragile con il coinvolgimento della comunità sul fronte incendi e alluvioni. Lo stesso progetto di Silvanus/Fortiori ora è dedicato alla prevenzione degli incendi attraverso tecniche innovative.
L’iter. Pochi giorni fa si è chiusa la call dei bandi europei con i quali la Commissione Europea intende finanziare progetti di innovazione scientifica e tecnologica, in grado di concretizzarsi in risultati tangibili nei prossimi due anni e che siano in linea con i principali obiettivi del Green Deal europeo. La partecipazione del Parco, che finora ha superato la prima selezione, è stata fortemente promossa e sostenuta dall’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente. L’obiettivo è quello di migliorare le competenze interne dell’organizzazione del Parco in sinergia con gli altri Enti che già si occupano delle attività antincendio. L’intera area protetta di Tepilora è, infatti, già coperta da operatori specializzati per prevenire l’insorgenza di incendi incontrollati. Tra le misure: la ricognizione, la sorveglianza e gli interventi tempestivi per lo spegnimento delle fiamme. L’Ente Parco, inoltre, offre informazioni preventive a visitatori e residenti sulla pericolosità degli incendi boschivi e sui comportamenti corretti da adottare. La novità del progetto Silvanus/Fortiori è l’introduzione di nuove tecnologie e strumenti di ricerca, come le piattaforme di sensori per la previsione, il rilevamento, il monitoraggio, la mappatura degli incendi e la valutazione dei danni post-incendio. Grazie al progetto, quindi, verrebbero migliorati i rapporti tra il Parco e altri organismi ed Enti europei ed extraeuropei che si occupano della prevenzione. In particolare con uno scambio di conoscenze e metodologie pratiche adottate in altre parti del mondo per la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità.
Il presidente. “Il Parco di Tepilora, scegliendo di entrare nel partenariato di questo importantissimo progetto europeo finalizzato alla prevenzione degli incendi estremi, si pone al fianco dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente e dell’Agenzia Forestas nell’applicazione di strumenti innovativi utili alla lotta agli incendi boschivi.” Lo ha detto il presidente del Parco, Francesco Murgia, che ha poi precisato: “Sono certo che il Parco possa dare un contributo sostanziale e fattivo al progetto anche intensificando le azioni di educazione, informazione e sensibilizzazione ambientale condotte dai CEAS dei comuni del Parco stesso”.
Il direttore. “Si tratta di uno degli ultimi progetti del settennato di programmazione UE 2014-2020 su cui il Parco contribuisce per l’1% (circa 230mila euro) sul totale del fondo disponibile alla realizzazione del piano”. Così il direttore del Parco, Paolo Angelini, che ha aggiunto: “Sono una quindicina i partner nazionali ed esteri che concorrono a tale iniziativa. Fra questi abbiamo lavorato per la candidatura con i colleghi pugliesi di ASSET (Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo ecosostenibile del territorio) e del Parco nazionale del Gargano, come pure con il Centro euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, con sede a Lecce, e di cui fa parte anche l’università di Sassari. C’è poi la britannica Venaka media, specializzata nel software di previsione utilizzato in ambito ambientale e, nello specifico del progetto, nell’individuazione dei segnali di preallerta sugli incendi. Tali programmi – ha concluso il direttore – sono passi importanti che inseriscono il Parco in un virtuoso coinvolgimento di sperimentazione internazionale”.
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