In Sardegna un nuovo centro per sperimentare il cohousing

Ad Arbus un nuovo centro di ascolto e una struttura in cui donne sole e persone fragili potranno sperimentare percorsi di autonomia grazie al cohousing.

Sul nostro territorio il problema della casa è molto sentito e coinvolge particolarmente le persone fragili, che hanno bisogno non solo di un luogo dove abitare, ma anche di percorsi di accompagnamento verso l’autonomia. Il cohounsing è una risposta a questa duplice esigenza.

Ad Arbus sta nascendo un nuovo centro di ascolto e una esperienza innovativa di cohousing, rivolta in particolare alle giovani donne che per vari motivi si trovano lontane dalla propria famiglia e dal proprio ambiente.

Tutto questo grazie ad Acisjf (Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane), associazione che lavora per offrire opportunità di realizzazione, senza distinzione di nazionalità, religione e appartenenza sociale, alle giovani donne.

Questo progetto di Acisjf Cagliari si colloca all’interno di Ampliacasa – L’Acisjf per il cohousing. Risposta innovativa delle reti di volontariato per l’accoglienza, un progetto finanziato dalla Fondazione Con il Sud, che ha l’obiettivo di sperimentare e avviare forme innovative di accoglienza, in cui le persone fragili possano trovare, oltre a un tetto, un percorso di accompagnamento verso l’autonomia, in un’ottica di mutuo aiuto e di compartecipazione.

L’associazione, che nella nostra regione è nata nel 2013, è parte di Acisjf Nazionale, che da più di cent’anni è presente su tutto il territorio nazionale con 15 case di accoglienza e comunità per minori, per un totale di circa 600 posti letto. Può quindi contare su una rete di esperienze e di competenze con cui confrontarsi.

Il progetto e le conseguenti iniziative saranno presentate in un incontro che si terrà sabato 23 settembre, alle ore 17.00, presso il Cineteatro Murgia Via Pio Piras, a Guspini.

Al convegno interverrà il vescovo, padre Roberto Carboni, la presidente nazionale Patrizia Pastore e la presidente emerita Emma Cavallaro. Sarà un’occasione per conoscere l’associazione e, per chi lo vorrà, per aderire al progetto.

 

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