TOCCANTE INCONTRO CON IL NUOVO VESCOVO

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Bellissimo incontro con il vescovo di Napoli Domenico Battaglia (don Mimmo) alla Casa di accoglienza della Pastorale Carceraria “Liberi di volare”, 1 Febbraio 2021.

Bellissimo incontro con il vescovo di Napoli Domenico Battaglia (don Mimmo) alla Casa di accoglienza della Pastorale Carceraria “Liberi di volare”.

Il fulcro dell’incontro è stato il voler avvicinarsi sempre più all’obbiettivo di creare quell’accoglienza vera che sottragga i detenuti ed ex-detenuti al rischio di tornare al mondo criminale che in primo luogo toglie loro speranza di una vita normale. Questo obbiettivo è perseguito anche con progetti di crescita professionale e vere e proprie opportunità lavorative. Grazie alla possibilità di costruirsi un lavoro offerta agli utenti della casa queste persone riescono a vedere il proprio futuro nella legalità. Questo non basta perché ci sono tante persone che versano in questa situazione ma ci sono pochi progetti come il nostro.

La prima cosa da non dimenticare mai è che i detenuti sono persone che come tutti hanno la volontà e il diritto di vivere una vita dignitosa. La situazione in carcere è caratterizzata da un sistema repressivo che non riesce a rieducare il detenuto anche a causa di vari fattori.

Il sovraffollamento è uno di questi. Da alcuni potrebbe essere visto come una necessaria conseguenza al numero di reclusi ma non è così. Questa situazione si riuscirebbe facilmente ad evitare ridistribuendo i 3 miliardi di euro, già investiti per mantenere i detenuti in carcere, in case di accoglienza diversificate in base al tipo di reato commesso che avrebbero il notevole vantaggio di permettere ai detenuti di non tornare mai più in carcere. Questo perché avendo potuto scegliere una nuova strada e comprendendo realmente il valore del danno commesso non ricadrebbe in una scelta dannosa per sé stesso e per gli altri, come dimostrano i numerosi casi dei nostri ex-affidati.

Due ulteriori problemi da non sottovalutare sono il cibo immangiabile, causa una cucina che dovrebbe funzionare per 300 persone e ne serve 1500 e la mancanza di attività rieducative che, insieme al sovraffollamento generano ex-detenuti non consci dei propri errori e molto arrabbiati verso una società che non è stata in grado di rieducarli.

In conclusione cito le parole di don Mimmo che dice “Dio non giudica, non condanna ma riversa su ciascuno tutto il Suo amore”, Gesù è stato il primo che già 2000 anni fa ci insegnò il valore cardine ripreso anche da personaggi che hanno cambiato la storia: la durezza non spegne il marcio del mondo ma la non violenza e la trasmissione di valori positivi permette alle persone di scegliere da che parte stare, se con il bene o col male.

 

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