Fabulism e Ammostro, insieme all’Ex Convento di Sant’Antonio per l’opera “Hortus Mytilus. Un giardino di reste”
Vi presentiamo un’altra delle 5 opere site specific di Public Scape Taranto.
Hortus Mytilus. Un giardino di reste di Fabulism e Ammostro Ex Convento di Sant’Antonio
Il progetto nasce dall’idea di trasformare lo spazio del chiostro di Sant’Antonio attraverso un’installazione artistica di sensibilizzazione ambientale. In“Hortus Mytilus” tradizione e innovazione si fondono attraverso la reinterpretazione e ilriuso delle reste, le cosiddette “calze” utilizzate per allevare le cozze, le quali unavolta effettuata la raccolta diventano inutilizzabili. Il progetto si pone come azione per e con la collettività. Attraverso un workshop aperto saranno intraprese giornate
2 di raccolta e pulizia delle reste che saranno poi utilizzate nella realizzazione di“Hortus Mytilus”: un giardino artificiale che invita il visitatore ad attraversarlo, osservarlo e fermarsi e a riflettere sul rapporto tra il mare e il paesaggio della costa tarantina e al suo ruolo di bene comune da salvaguardare.
Bio
Fabulism, fondato nel 2016 da Giulia Pozzi e Mirko Andolina, è uno studio diarchitettura e paesaggio con sede a Berlino che opera all’intersezione di architettura, paesaggio e urbanistica. Fermamente incentrato nel ruolo produttivo del paesaggio nella creazione di spazi pubblici per le città, i loro progetti si basano sullo sviluppo di strategie che rispondano ai cambiamenti climatici, sociali ed economici. Fabulism è attento alla ricerca di nuove tecnologie e applicazioni di dispositivi ecologici all’interno degli spazi urbani e che possano interagire con la collettività.
Ammostro, con sede a Taranto, nasce nel 2014, con l’obiettivo di creare un laboratorio di serigrafia condivisa che si occupa di stampa artigianale e non solo: l’unione di sei artigiane, Maria, sarta modellista, Carla, Roberta e Candida, artigiane orafe, Silvia, scenografa e illustratrice, Claudia, artigiana del cuoio e designer, che decidono di mettere insieme le proprie competenze per dare vita a oggetti che si fanno veicolo di un racconto che affonda le proprie radici nel territorio e nelle persone che lo abitano. Le radici e la memoria sono alla base dell’identità di una comunità, il recupero di queste unito a un lavoro di ricerca basato sulle relazioni è ciò che contraddistingue il loro lavoro, perché sanno di dover ripartire da un sentire comune.